Unioni civili, la Cei: voto segreto Il governo: non decide la Chiesa

Unioni civili, la Cei: voto segreto Il governo: non decide la Chiesa
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Venerdì 12 Febbraio 2016, 08:43 - Ultimo aggiornamento: 09:34

Colpi bassi. Toni alti. Bagarre in Senato con polemiche spesso di terz'ordine. Sul fronte delle Unioni Civili, la giornata di ieri è stata segnata soprattutto da forzature ed eccessi, talvolta ai limiti della provocazione. Energie profuse a dispetto dell'umore degli italiani che non sembra così teso su questo tema e a dispetto dei tempi del dibattito che - placidamente - riprenderà nel pomeriggio di martedì prossimo. A dare il ”la” alle polemiche è stato il cardinale Angelo Bagnasco, segretario della Cei che ha chiesto ai senatori di esprimersi con il voto segreto. «Ci auguriamo che il dibattito in Parlamento e nelle varie sedi istituzionali sia ampiamente democratico, che tutti possano esprimersi, che le loro obiezioni possano essere considerate e che la libertà di coscienza su temi fondamentali per la vita della società e delle persone sia, non solo rispettata, ma anche promossa con una votazione a scrutinio segreto», ha detto Bagnasco.
Immediata (e irritata) la risposta da parte del governo. Per il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Luciano Pizzetti: «Le esortazioni sono giuste e condivisibili, ma come regolare il dibattito del Senato lo decide il presidente del Senato. Non il presidente della Cei». E la vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli, chiede «rispetto per le istituzioni repubblicane». Sul fronte opposto, Roberto Calderoli invita proprio Grasso a «riflettere sulle parole del presidente Cei».
LA BAGARRE
L'esame degli emendamenti sulle Unioni civili, che l'altro ieri ha superato il primo voto con 195 favorevoli, ieri è stato molto duro. Il Pd ha proposto di esaminare le modifiche nel loro insieme e non articolo per articolo, un'idea stroncata dall'opposizione come totalmente fuori dal regolamento.
Molto pesanti alcuni interventi nei confronti del Pd, accusato di voler prendere tempo solo per risolvere i problemi interni al gruppo. La replica alle accuse è toccata al capogruppo Luigi Zanda, altrettanto puntuto: «Questi sono atteggiamenti ostruzionistici. Noi vogliamo la legge, se pensate di tenerci qui mesi a discutere sbagliate. E comunque non è questo il clima di confronto sul quale ci eravamo impegnati», ha tuonato Zanda.
Nel corso del dibattito non sono mancate cadute di stile. Il centrista Carlo Giovanardi ha ”denunciato” un bacio gay fra gli spettatori in tribuna. E Maurizio Gasparri, di Forza Italia, parlando della pratica dell'utero in affitto ha attaccato il senatore del Pd Sergio Lo Giudice, che si è sposato in Norvegia circa 5 anni fa e nella coppia, dopo tre anni, è arrivato anche il figlio del compagno. «Lo Giudice ci dica quanto lo hanno pagato», gli ha chiesto Gasparri fra i rimbrotti del presidente di turno Roberto Calderoli e le proteste dei senatori Pd che hanno ribadito di considerare meschini e non legittimi gli attacchi personali.
L'esame del testo sulle Unioni Civili riprenderà martedì prossimo, alle ore 16, con l'avvio delle votazioni sugli emendamenti all'articolo 1. Le 5mila proposte di modifica della Lega non sono state ritirate così come resta in piedi l'emendamento ”supercanguro” del democrat Marcucci destinato ad asfaltare tutte le proposte di modifica. Emendamento che gli esponenti del Comitato per il Family Day non nascondono di considerare «un colpo di mano». Di questo passo, se la pioggia prevista per il week end non riuscirà a raffreddare gli animi, martedì il Senato rischia una nuova giornata di fuoco.
Diodato Pirone
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