Una riforma urgente/Serve un patto per tutelare i cittadini dagli scioperi

di Beniamino Caravita
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Venerdì 12 Gennaio 2018, 00:05
La campagna elettorale sta assumendo un’attitudine negativa, in cui le forze politiche evidenziano gli atti e le iniziative dei governi precedenti, proponendo l’eliminazione di questa o di quella regolazione, in modo da solleticare gli interessi settoriali di singoli gruppi di elettori, dimenticando di ragionare sui contesti in cui quelle iniziative furono assunte e soprattutto evitando di formulare proposte concrete di discipline nell’interesse del Paese. 
Eppure, di aree di insoddisfazione collettiva in cui l’attenzione proprio in questa campagna elettorale potrebbe rivolgersi per formulare proposte positive potrebbero essercene molte. Tra questi temi, uno dei più sensibili è quello dello sciopero nei servizi pubblici essenziali.

L’esercizio è molto delicato: si tratta infatti di conciliare un diritto costituzionalmente garantito, quale è il diritto di sciopero, con gli interessi e i diritti dei cittadini all’ottenimento di servizi in aree essenziali della vita associata, anche esse dotate di tutela di rango costituzionale. In questi casi, la tecnica è quella del bilanciamento da parte del legislatore degli interessi contrapposti. 
L’equilibrio degli interessi contrapposti può mutare nel corso del tempo. Ed è quello che è successo con la pur buona legge 146 del 1990 sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.

Una legge poi modificata nel 2000, che, come spesso accade, ha ormai subìto l’usura degli anni. Di tal che il risultato raggiunto ormai quasi trent’anni fa, oggi non riesce più a garantire il rispetto di interessi di rango costituzionale, quali il diritto alla salute, alla libertà e sicurezza della persona, alla tutela dell’ambiente, all’istruzione, alla tutela della libertà di circolazione, all’assistenza e previdenza sociale, alla fruizione di servizi culturali (area solo recentemente aggiunta ai servizi pubblici essenziali tutelati dalla legge).

Occorre allora individuare alcune linee di intervento e di ammodernamento, anche in relazione alle esigenze poste dalla nostra appartenenza all’Unione Europea. Si può e si deve definire con maggiore precisione l’ambito dei servizi pubblici in cui il diritto di sciopero deve trovare un equilibrio che rispetti maggiormente le esigenze della collettività. Si può e si deve riflettere sulla permanente attualità della troppo generica previsione secondo cui le disposizioni in tema di preavviso e di durata dello sciopero non si applicano nei casi di astensione in difesa dell’ordine costituzionale o di protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori. Si possono e si devono definire con maggiore incisività i poteri della Commissione di garanzia, rafforzandone i poteri consultivi, di conciliazione, ordinatori e sanzionatori. Si possono e si devono definire con ampiezza e precisione, nell’ambito dei servizi essenziali, i servizi strumentali e le prestazioni indispensabili che devono essere comunque garantite. 

E soprattutto un nuovo intervento legislativo, con maggiore coraggio e senza che ciò venga considerato una lesione dell’autonomia collettiva, può e deve: definire i criteri per la individuazione dei soggetti legittimati a proclamare lo sciopero; rendere più incisive le regole sulla rarefazione soggettiva e oggettiva, vale a dire sugli intervalli da rispettare tra l’effettuazione di uno sciopero e la proclamazione di quello successivo, nonché quelle relative al rispetto del divieto dell’effetto-annuncio e del divieto di concomitanza tra interruzioni che riguardino il medesimo bacino di utenza; rafforzare le sanzioni nei confronti delle sigle sindacali che non rispettano le prescrizioni della legge e della Commissione di garanzia. 

In una campagna elettorale confusa come quella che si preannuncia chiedere alle forze politiche il loro posizionamento rispetto alla tutela delle prestazioni che devono essere rese ai cittadini nei servizi essenziali potrebbe essere un elemento di chiarezza per le scelte che gli elettori si apprestano a fare agli inizi di marzo.


 
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