Torino, Borghezio volontario in associazione rom
dopo accuse discriminazione razziale

Torino, Borghezio volontario in associazione rom dopo accuse discriminazione razziale
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Venerdì 15 Maggio 2015, 17:55 - Ultimo aggiornamento: 18 Maggio, 07:24
"Mi rendo disponibile nella mia città a fare volontariato nei campi rom". Anzi, presso una storica associazione torinese. Lo ha spiegato in aula l'europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio, imputato a Milano per discriminazione razziale e diffamazione aggravata per alcune frasi contro la comunità rom pronunciate nel 2013 durante la trasmissione 'La zanzara' su Radio24.



L’8 aprile del 2013, in diretta radio, l’esponente del Carroccio si era scagliato contro contro la visita di otto giovani rom alla Camera, invitati dalla presidente Laura Boldrini in occasione della 'Giornata internazionale dei rom e dei sinti'. Dopo averli definiti «facce di c... che qualche presidente della Camera riceve» l'eurodeputato aveva aggiunto, tra l'altro, di sperare «che non portino via gli arredi della Camera». La denuncia era arrivata, puntuale. In tribunale, Borghezio, ha cercato di redimersi dalla accuse gravissime e ha confessato di aver fatto una “fesseria”. E’ disposto a fare il volontario, ha detto, ma non in un campo rom, bensì nella sede di «un'associazione storica torinese di tutela e assistenza al popolo rom», come ha precisato in seguito in una nota.



«Ho usate delle espressioni inopportune con il solo obiettivo di attaccare il presidente della Camera Laura Boldrini - ha sottolineato - che ha accolto gente che secondo me non meritava di essere ricevuta in pompa magna. Ho espresso un'opinione che può essere censurabile - ha proseguito - ma non era mia intenzione offendere e discriminare un popolo». Borghezio ha quindi raccontato che negli anno '90 ha «aperto gli occhi sul fatto che i sinti piemontesi parlano la mia stessa lingua» e che «non potrei mai attaccare un comunità a cui mi lega la stessa lingua madre». «Nella mia vita quando ho sbagliato ho sempre pagato, in questo caso sono pronto a risarcire le persone offese ma non ritengo di dover essere punito penalmente - ha concluso -. Il mio unico difetto è quello, a volte, di dire a voce alta quello che per ipocrisia alcuni politici tentano di mascherare».



Oltre a Borghezio, durante l'udienza sono stati ascoltati anche i rappresentanti delle associazioni di rom parti civili nel processo, uno dei giovani che parteciparono alla visita alla Camera, l'attivista per i diritti dei rom Dijana Pavlovic e il conduttore della trasmissione radiofonica Giuseppe Cruciani. Pavlovic ha affermato che è «uno scandalo che un europarlamentare abbia pronunciato queste frasi» durante l'intervista. Frasi che Cruciani ha definito come «battute, in una trasmissione che spesso si gioca sul paradosso». Dopo la proposta di risarcimento annunciata in aula da Borghezio, il giudice della decima sezione penale del Tribunale di Milano Mariarosa Busacca ha deciso quindi di rinviare il processo al prossimo 26 giugno, per dare tempo alle parti di discutere su una possibile transazione.