Salvini, governo non cadrà sulla Tav
«Non facciamo guerre di religione»

Matteo Salvini
di Mario Ajello
3 Minuti di Lettura
Martedì 7 Agosto 2018, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 11:23

dal nostro inviato

ARCORE Il Cavaliere non c'è, perché è in Sardegna. Matteo Salvini fa il comizio a due passi dalla reggia berlusconiana di Arcore, dove si svolge la festa locale della Lega. E la distanza tra i due è siderale. In un centrodestra che somiglia a un simulacro («non so Berlusconi ci crede ancora»), e Salvini sembra aver capito benissimo che il protagonismo moderato da nuovo leader forzista di fatto di Tajani gli può creare problemi. Specie in questo Nord che non digerisce proprio il decreto Dignità firmato Di Maio.

L'ALLEANZA
Prima di salire sul palco, Salvini concede qualche battuta. Sulla vicenda della spiaggia di Roma minimizza, sullo scontro nel centrodestra no. «Per me non è finita la coalizione, ma per Berlusconi non lo so. Bisognerebbe andare a bussare alla villa che sta qui accanto, ci troviamo a Arcore, e chiede a lui. Io posso solo verificare l'esistente. La realtà dice questo: Berlusconi preferisce votare con il Pd, piuttosto che con noi. Evidentemente lui e Forza Italia vogliono dimenticare i disastri che ha fatto il Pd». E ancora: «Mi sembra che tutti i sondaggi dicano con chi stanno gli italiani, e mi sembra che stiano con la Lega e con me e non con altri. Sanno bene da chi vogliono essere rappresentati. Dal centrodestra che fa e non da quello che parla».

Qui, alla festa, il popolo leghista che non ama Berlusconi, anche sui grillini circola molto scetticismo. Chi li chiama «barbun». Chi li definisce, tra birre, zanzare e montagne di salamelle, parlando di Tav e infrastrutture: «Sono hippie che vogliono un mondo senza macchine e senza strade, in cui si gira a cavallo delle pecorelle». Ma Salvini li rassicura: «In due mesi, questo governo del fare, a noi e 5Stelle, ha fatto più dei compagno che sono stati al potere per decenni». Proprio per questo, per preservare il patto di governo, Salvini non può gridare - come forse vorrebbe - la sua volontà di andare avanti con la Tav.

TATTICA
Tatticamente, frena. «Non bisogna - confida - fare guerre di religione. Sono temi seri. Bisogna vedere, studiare, applicarsi con serietà. Ci sono migliaia di pagine di documentazione, vediamole e poi decidiamo». «Bisogna capire se e quanto serve», incalza Salvini, prima di ripetere il concetto dal palco. Allora va fatto il referendum sulla Tav, come dice il Pd? «Macché, serve studiare le cose tecniche con pacatezza. E comunque vi assicuro, sulla Tav non cadrà il governo». E neanche sui vaccini: «Ogni bambino ha diritto di andare a scuola e di entrare in classe». Ma la decrescita felice dei grillini dice no proprio no. «Le infrastrutture servono, servono eccome, servono strade più belle e ferrovie nuove e veloci. Io sulle infrastrutture voglio andare avanti, e non indietro». E ancora: «I 5Stelle sono gente affidabile, concreta, con voglia di fare bene le cose, ma su qualche cosa dobbiamo metterci d'accordo...».

LO STRISCIONE
C'è sul prato un grande striscione con le parole di Oriana Fallaci: «Che senso ha rispettare chi non rispetta noi? Che senso ha difendere la loro cultura o presunta cultura quando essi disprezzano la nostra?». Una coppia di persone di colore - «Siamo regolarizzati», avvertono - legge la Fallaci e osserva: «Chi è? Però ha ragione!». Ci sono anche alcuni ragazzi romeni, probabilmente operai, leghistizzati. Chiamano Salvini non Il Capitano, come fanno gli indigeni, ma il Conducator. Lui sta per salire sul palco, e attacca la mafia, Famiglia Cristiana che è «poco cristiana e molto comunista» e via così. «Con Di Maio lavoro bene, persona onesta e concreta. Ma troveremo tanti ostacoli. Come sta accadendo sulla Rai.«Foa non lo,vuole nessuno? Lo proporremo come mezza punta del Milan. Gli faremo fare altro...».

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA