Renzi: taglio tasse è un patto con gli italiani. Tasi via dal 2016. In tre anni sforbiciata da 45 miliardi

Matteo Renzi
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Domenica 19 Luglio 2015, 10:24 - Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 08:02

«È un patto con gli italiani. Abbiamo sempre detto che finalmente dopo tanti anni di immobilismo si può. Abbiamo iniziato con gli 80 euro, l'Irap. Se le riforme andranno avanti e credo che lo faranno, nel 2016 via tutte le tasse sulla prima casa, nel 2017 via una buona parte dell'Ires, nel 2018 scaglioni Irpef». Il presidente del Consiglio Matteo Renzi al Tg2 illustra così la sua «rivoluzione copernicana del fisco» annunciata ieri all'assemblea Pd. Una 'road map' da 45 miliardi di tagli alle tasse.

«I numeri per portare a casa questo risultato, continuando ad abbassare il debito perché altrimenti i nostri figli dovranno continuare a pagare le nostre colpe e non è giusto, ci sono a condizione che il Parlamento continui a lavorare con intensità», continua. Dove si troveranno i 50 miliardi di tagli alle tasse per i prossimi 5 anni? Renzi assicura che le risorse ci saranno: «abbiamo già iniziato. La possibilità di farcela è evidente. È un

piano che stiamo studiando da almeno sei mesi».

Ridurre le tasse si può. Spazi per trovare le risorse, anche. Produrre forti risparmi, pure, ribadisce. E spiega: «Pensate soltanto ai decreti sulla pubblica amministrazione. Elimineremo da settembre molti carrozzoni pubblici. Perché ancora lo spazio per fare la spending c'è. Ma - avverte - ci vuole coraggio, energia e basta con quelli che sanno dire soltanto no».

Allo scetticismo delle opposizioni il premier oppone serenità: «Le opposizioni dicono sempre questo. Mettiamola in questo modo, senza le solite polemiche politiche: siamo a luglio, facciamo riposare un po' gli italiani dalle continue polemiche della politica... se ce la facciamo, e ce la faremo, io penso che le opposizioni dovrebbero essere felici se vogliono bene all'Italia» perché «se ce la facciamo, ce la fa l'Italia.

Allora smettiamo di fare polemiche».

L'offensiva che Matteo Renzi intende lanciare vuole mandare agli italiani, un «messaggio forte di fiducia»: «per anni -dice - i politici hanno detto: 'vi tassiamo, vi tassiamo, vi tassiamo'. Da quando siamo al governo noi, abbiamo iniziato a restituire soldi che sono degli italiani. Se finalmente arriva questo messaggio di fiducia, l'Italia, che è un grande paese, smette di essere un paese di piagnistei e lamentele e torna a essere locomotiva d'Europa».

«Dobbiamo essere decisi in Ue, ma anche capaci di sbloccare le opere pubbliche in Italia», continua puntando il dito sulle «notizie che leggiamo su giudici che bloccano aziende o appalti». Renzi sottolinea che «Ogni volta che andiamo in Europa ci dicono che dobbiamo spendere bene i fondi Ue e al Sud non lo facciamo. Per questo serve un equilibrio. Noi - rileva - sappiamo che in Ue siamo tra i più bravi, visto che il regno Unito ha il debito al 5%, la Francia al 4 e l'Italia sta sotto il 3%. Noi facciamo la nostra parte, ma dobbiamo spendere meglio i soldi che ci sono».

Al suo Pd ieri ha lanciato l'invito, che è anche avvertimento: «non passerò il tempo a sedare liti di corrente, perché dobbiamo occuparci dell'Italia non di noi e sconfiggere il nemico vero che è la paura». Ecco perchè il taglio delle tasse come priorità politica. Perché «abbiamo fame di crescita, benessere, lavoro». E nel 2016, con la legge di stabilità del prossimo autunno, si partirà dall'abolizione della tassa sulla prima casa, perché «l'80% degli italiani ha la casa di proprietà e se sbloccata può far ripartire la fiducia».

Il governo lo farà, sottolinea Renzi tranquillizzando chi ascolta da Bruxelles, rispettando i parametri di Maastricht, a partire dal vincolo del 3% e continuando a ridurre il debito, per non gravare sulle prossime generazioni. Ma si prenderà un po' di 'libertà' sul percorso di rientro dell'indebitamento, chiedendo a Bruxelles più margini sul fiscal compact, spiega. Il risultato sarà, spiega, una «sforbiciata alle tasse senza paragoni» che i suoi stimano di 5 miliardi nel 2016, 20 nel 2017 e 20 nel 2018. Cifre che si aggiungono ai 20 mld «non spesi» di investimenti per infrastrutture che Renzi si impegna a spendere entro il 2016.

L'annuncio - osservano dalla minoranza - fa uscire Renzi dall'angolo del calo di consensi degli ultimi mesi e appare in grado di trainare il Pd a partire dalle amministrative del prossimo anno. E riceve il plauso di tutto il partito. Ma con qualche riserva: «è una priorità togliere l'Imu ai ricchi?», domanda Alfredo D'Attorre; «l'impostazione sarà quella di Berlusconi?», chiede Sandra Zampa. E, evocato, Silvio Berlusconi si affretta a ricordare: «Le tasse sulla casa le abrogammo noi nel 2008. C'è qualcuno che crede che Renzi lo possa fare davvero?», dice scettico il Cav, che però il taglio renziano, se arriverà, si dice pronto a votarlo.

Alla destra Renzi punta a togliere la fama di 'tagliatasse'. Al suo Pd e agli alleati di governo ricorda che c'è una condizione assoluta per fare tutto quanto promesso: fare le riforme. Perciò «entro l'8 agosto»​ il via libera definitivo alla riforma della Pa. Poi a settembre, prima della stabilità, l'ok alla riforma costituzionale al Senato, per poter tenere il referendum confermativo nel 2016: «Boschi è pronta a discutere con i senatori delle modifiche che non sono un obbligo ma non devono essere un tabù». E entro l'anno la legge sulle unioni civili: un annuncio che induce Ivan Scalfarotto (per lui Renzi conia l'hashtag #magnaIvan) a interrompere lo sciopero della fame e 'festeggiare' con una macedonia di fragole a pranzo. Tanti annunci che oscureranno, pronostica Renzi, l'investimento «più importante», quello sui valori. Per fare dell'Italia una «start up» culturale e «abbattere i muri dell'Europa. Un'Europa che così non va e deve provare a ripartire», come ha suggerito Nicola Zingaretti, da Ventotene, per ritrovare le sue radici.

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