Tajani: «I Cinquestelle? Le intese non si fanno a colpi di diktat»

Tajani: «I Cinquestelle? Le intese non si fanno a colpi di diktat»
di Mario Ajello
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Sabato 7 Aprile 2018, 00:21 - Ultimo aggiornamento: 07:38
Presidente Tajani, qual è il suo bilancio del primo giro di consultazioni? 
«Si è dimostrato che il centrodestra è unito. E la riprova è che andremo tutti insieme da Mattarella alla ripresa delle consultazioni. Questa è una risposta al tentativo, da parte di Di Maio, di dividerci. Gli elettori ci vogliono uniti e tutti noi sappiamo che sarebbe una follia rompere la coalizione. Anche Salvini ha dimostrato di avere questa consapevolezza. Di Maio deve farsene una ragione. Il governo che si può fare è quello che parte dall’alleanza di centrodestra, la quale essendo vincitrice deve esprimere il primo ministro. E questo, secondo i patti e alla luce dei risultati elettorali, non può che essere Salvini. Dopo di che, bisogna confrontarsi sui punti programmatici. Agli italiani, interessa la soluzione dei problemi, non chi ricopre le poltrone». 

Se Di Maio rinuncia a Palazzo Chigi, Forza Italia e M5S possono condividere il governo? 
«Ripeto: il capo dell’esecutivo spetta alla coalizione che ha vinto, poi chi ci vuole stare ben venga».
 
C’è nel vostro partito una linea Letta-Tajani e un’altra, più filo-leghista e meno anti-grillina, rappresentata da Ghedini?
«Esiste una sola linea. Quella convinta del ruolo fondamentale di Forza Italia. Se si deve fare un governo, e l’Italia ha bisogno di un governo, senza Forza Italia questo governo non potrà avere credibilità internazionale e sui mercati. Quindi, nell’interesse del Paese e dei suoi cittadini, il tentativo di Di Maio di estrometterci non ha alcun senso». 

Lei teme un governo Lega-grillini senza Forza Italia? 
«Non lo temo e non credo che ci sarà». 

E che cosa pensa di Toti che continua a insistere per l’intesa con M5S sembra più un salvinista e che un azzurro? 
«Tutte le opinioni sono legittime all’interno di un partito. Ma la sintesi la fa il leader, che è Berlusconi, sentendo il parere di tutti. Io credo che l’intesa è impossibile con i 5Stelle se loro continuano nell’atteggiamento ideologico, pregiudiziale, demonizzante e antidemocratico che hanno assunto nei confronti del nostro movimento. Contro questi attacchi, noi continueremo a reagire». 

Lei, rispetto al bacio strano con i grillini, preferirebbe un’intesa più larga comprensiva del Pd? 
«L’importante non sono le formule chimiche delle alleanze, ma la capacità di risposta ai problemi urgenti del Paese. E voglio dire un’altra cosa. Se noi partecipiamo a un governo, i rappresentanti da sottoporre alla valutazione del Capo dello Stato saranno scelti da noi». 

Ovvero non volete nomi di area, solo lontanamente associabili al berlusconismo, che è quanto piacerebbe ai 5Stelle così possono fingere che non ci siete? 
«È impensabile accettare diktat o ricatti. Anche perché Forza Italia ha 170 parlamentari scelti da quasi 5 milioni di cittadini. E vanno rispettati». 

Anche Salvini dovrebbe rispettarli di più?
«Il problema non è Salvini. Sono i 5Stelle».

Eppure Salvini è uscito dal colloquio con Mattarella ed è partito in quarta contro l’asse franco-tedesco. 
«Sentendo le sue parole, ho pensato che quel ragionamento dev’essere arricchito. L’asse franco-tedesco si contrasta con una credibile e autorevole presenza dell’Italia in tutti i gangli e in tutti i tavoli europei. Non bastano le giuste prese di posizione».

Insisto: Salvini sui 5Stelle dice l’opposto di Berlusconi. La vede anche lei questa differenza? 
«Io vedo che la risposta al tentativo di dividerci è stata la maggiore unità. E infatti, come le ho detto, andremo tutti insieme da Mattarella per il secondo giro di consultazioni. Di Maio ha dichiarato che il centrodestra non esiste, ora si accorgerà che esiste eccome. Lo dimostreremo anche nelle prossime elezioni regionali». 

Salvini proprio in queste elezioni regionali di fine aprile vuole svuotare Forza Italia. Non le sembra? 
«Sarà una sana competizione. Molto utile. Se tutti s’impegnano, avremo più voti. Io sto per andare in Molise, e poi andrò in Friuli. Tenendo ben distinte le visite istituzionali da quelle di campagna elettorale». 

Lei sarà presto vicepresidente di Forza Italia? 
«Sono un fondatore e un militante di questo movimento, e sono il presidente del Parlamento europeo. Non ho mai fatto mancare il mio impegno e la mia disponibilità. Ogni decisione sulla riorganizzazione di Forza Italia spetta a Berlusconi».

Nel caso, le toccherà fronteggiare l’Opa ostile di Salvini? 
«Non vedo alcuna scalata su Forza Italia. Anche perché non converrebbe né alla Lega né al centrodestra». 

Serve invece il partito unico? 
«Non riuscirebbe a farci raggiungere, come abbiamo appena fatto, il 37 per cento. Che è la somma dei consensi raccolti in diversi settori dell’elettorato. Un partito unico avrebbe un raggio d’azione più limitato. Credo fortemente nella coalizione di centrodestra ma sono anche fiero dell’identità specifica di Forza Italia. Lo schema perfetto è la coalizione».

Con quella andrete a, voto anticipato, magari in autunno, se voto anticipato sarà?
«Non credo che sia nell’interesse degli italiani andare a votare. Vogliono avare un governo che risolva i problemi e non partiti che, per giochi di Palazzo, rompono tutto e fanno sprecare miliardi allo Stato per nuove elezioni. Quei soldi vanno dati a chi ne ha bisogno». 
 
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