Trattativa Stato-Mafia, Napolitano sarà sentito come testimone

Napolitano testimone trattativa Stato-Mafia
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Giovedì 17 Ottobre 2013, 10:42 - Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 12:31
La Corte d'Assise di Palermo, che celebra il processo sulla trattativa Stato-mafia, ha ammesso la richiesta della Procura di citare a deporre il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. I giudici, però, hanno fissato dei «paletti» entro i quali la deposizione dovrà essere contenuta. Napolitano sarà perciò sentito nel processo per la trattativa, ma solo «limitatamente».



«La Corte d'assise di Palermo ha accolto il nostro articolato di prova con i limiti che poi si vedranno». Lo ha detto il pm Antonino Di Matteo durante una pausa del processo per la trattativa dopo la decisione dei giudici di sentire come testimone il Capo dello Stato Giorgio Napolitano.



La replica del Colle. In merito alla decisione della corte di assise di Palermo sulla deposizione del Capo dello Stato, l'ufficio stampa della Presidenza della Repubblica informa che «si è in attesa di conoscere il testo integrale dell'ordinanza di ammissione della testimonianza adottata dalla Corte di Assise di Palermo per valutarla nel massimo rispetto istituzionale».



«I limiti saranno legati su quanto le risposte coinvolgeranno eventualmente l'esercizio di funzione presidenziale di Napolitano», ha poi precisato Di Matteo. Alla domanda se la Procura si ritiene soddisfatta, Di Matteo di limita a rispondere: «Noi non esprimiamo giudizi, accogliamo la decisione dei giudici».




Anche il presidente del Senato, Pietro Grasso,deporrà al processo sulla trattativa Stato-mafia in corso alla Corte d'Assise di Palermo. Lo hanno deciso i giudici accogliendo tutte le richieste di ammissione testimoniali della Procura escluse quelle relative alle citazioni dei magistrati Vittorio Teresi, Roberto Scarpinato e Antonio Ingroia.



Ecco il provvedimento dei giudici della Corte d'Assise di Palermo in cui accoglono la richiesta dei pm di sentire come testimone il Capo dello Stato Giorgio Napolitano: «La testimonianza del Presidente della Repubblica è espressamente prevista dal Codice di procedura penale che disciplina infatti le modalità della sua assunzione, tuttavia deve tenersi conto dei limiti contenutistici che si ricavano dalla sentenza della Corte costituzionale del 4 dicembre 2012 e pertanto la testimonianza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano richiesta dal pubblico ministero può essere amessa nei soli limiti delle conoscenze del detto teste che potrebbero esulare dalle funzioni presidenziali, pur comprendendo in esse le attività informali». Quindi Napolitano sarà ascoltato solo limitatamente alla lettera che gli ha inviato il 18 giugno 2012 il consigliere giuridico Loris D'Ambrosio, morto pochi giorni dopo.



«La testimonianza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano richiesta dal pm può essere ammessa nei soli limiti delle conoscenze del detto teste, che, secondo quanto è dato rilevare dalla lettura dell'articolato di prova anche sotto il profilo temporale -si legge ancora nel provvedimento- potrebbero esulare dalle 'funzioni presidenzialì, pur comprendendovi in esse le 'attività informalì, comunque coessenziali alld prime e coperte da riservatezza di rilievo costituzionale secondo quanto si ricava dalla sentenza citata».
Secondo il provvedimento dei giudici della Corte d'assise, insomma, Napolitano potrà essere ascoltato non solo sulla lettera di D'Ambrosio ma anche sulle conversazioni avute con il consigliere giuridico del Quirinale Loris D'Ambrosio al di fuori delle 'funzioni presidenzialì.
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