Con le nuove regole ogni deputato siciliano incassa una liquidazione che è pari a una intera mensilità base lorda (6.600 euro per via dei tagli) moltiplicata per 4 anni (il periodo di validità della riforma, entrata in vigore a gennaio 2014): il totale fa circa 26.400.
Ma adesso l’unico sacrificio chiesto ai deputati per incassare la liquidazione è l’accantonamento non più del 6,7% mensile ma di appena l’ 1% dello stipendio base (diaria esclusa), che equivale a 66 euro al mese. Il testo originario finito all’esame dell’Ars prevedeva la soppressione secca della liquidazione. Poi però è stato reintrodotto con queste nuove regole dall’emendamento firmato da Riccardo Savona, rieletto e indagato con l’accusa per truffa e appropriazione indebita nell’ambito di presunte compravendite immobiliari su cui indaga la guardia di finanza.
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