Sicilia, a M5S i voti pd e di ex astensionisti. Exploit forzista tra casalinghe e pensionati

Di Maio e Cancelleri (ansa)
di Diodato Pirone
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Martedì 7 Novembre 2017, 08:37
Rispetto alle regionali del 2012 il candidato del M5S Giancarlo Cancelleri ha raddoppiato i suoi voti. Da dove vengono i suoi circa 300.000 voti in più in confronto a 5 anni fa? Stando ai flussi elettorali calcolati dalla SWG di Trieste Cancelleri ha fatto il pieno pescando un po' ovunque ma soprattutto dal bacino, immenso in Sicilia, del non voto. Il 48% degli indcisi che nel 2012 decisero di non votare domenica ha scelto il candidato pentastellato. Che ha calamitato l'87% di coloro che lo scelsero 5 anni fa ma anche il 25% di chi votò l'allora candidato presidente del Pd Crocetta.

Rivoli di voti (4 e 9%) sono arrivati anche dai due candidati 2012 del centrodestra, Musumeci e Micciché.
La tabella dei flussi spiega anche il successo di Nello Musumeci anche se il centrodestra 5 anni fa, presentandosi sdoppiato, perse clamorosamente pur prendendo nel complesso il 44% dei consensi e quindi qualcosina in più rispetto a quanto ha raggranellato quest'anno. Musumeci si è sostanzialmente ripreso quasi tutti i voti che raccolse nel 2012 unendoli al 56% di quelli che andarono alle seconda lista di centrodestra capitanata da Gianfranco Micchiché e al 19% di chi preferì Crocetta.

Micari ha perso perché si è ripreso meno della metà (il 45%) dell'elettorato che si coagulò intorno a Crocetta e ha attratto solo il 9% degli appartenenti all'area del non voto. Una quantità praticamente analoga a quella che ha attirato il candidato di sinistra Claudio Fava che si è preso pure il 10% di quanti votarono nel 2012 per Crocetta e il 10% di chi preferì le liste di centrodestra guidate da Micciché.

I SEGMENTI SOCIALI
Detto dei candidati presidenti, è molto interessante capire come si è spacchettata la società siciliana rispetto all'offerta politica del 2017.

Ebbene fra i risultati che più saltano agli occhi c'è il grande successo che il centrodestra ha raccolto presso due categorie classiche della constituency berlusconiana: pensionati e casalinghe. Secondo il carotaggio SWG Musumeci è stato preferito dal 42% delle casalinghe e addirittura dal 57% dei pensionati. Le percentuali ovviamente si riferiscono agli appartenenti delle due categorie che hanno scelto di recarsi alle urne perché in entrambi questi segmenti sociali l'astensionismo l'ha fatta da padrone avendo raggiunto il 69% fra le casalignhe e il 57% fra i pensionati.

La composizione del blocco sociale del centrodestra siciliano non è cosa da poco conto. Che fine hanno fatto le mitiche partite Iva? Fa impressione che i ceti più dinamici - imprenditori, commercianti, artigiani - siano divisi con percentuali analoghe (35%) fra centrodestra e M5S con una quota non secondaria (il 20%) collocata nel centrosinistra. «L'impressione - chiosa il direttore di SWG, Enzo Risso - è che la vittoria del centrodestra in Sicilia sia in qualche modo resistenziale. E' come se quella parte politica sia riuscita a richiamare parte del proprio elettorato ma con pochi elementi di dinamismo».

E' interessante osservare la composizione caleidoscopica dell'elettorato pentastellato. Per Cancelleri ha votato il 40% degli elettori a più alta scolarizzazione ma anche il 61% dei disoccupati (contro il 9% andato a Fava, il 12% a Micari e il 17% a Musumeci) e il 65% di chi si dichiara povero. E proprio il comportamento dei meno abbienti è molto significativo. Ben l'83% di questa categoria, pur essendo seduto sulla molla più potente della protesta, ha scelto di non votare. «I poveri non hanno votato o hanno scelto i pentastellati - commenta Risso - Questo vuol dire che la rabbia resta una delle spinte del Movimento ma questa forza ne segna anche una debolezza poiché anche in Sicilia, nella Regione più difficiòe del Paese, i 5Stelle non sono riusciti a penestrare nell'enorme area della rassegnazione. Per ora M5S non ha trovato la chiave per allargare il suo bacino naturale di consenso».
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