Sgomberi, il Viminale ai sindaci: mappate le strutture occupate

Minniti (LaPresse)
di Valentina Errante
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Martedì 29 Agosto 2017, 09:28 - Ultimo aggiornamento: 14:18

Il nodo restano i soldi: quelli destinati al recupero degli immobili sottratti alle mafie e mai assegnati ai comuni. Diciotto milioni, assegnati all'Agenzia dei beni confiscati, e mai arrivati agli enti locali e 50 del Pon per la Sicurezza, per accedere ai quali i sindaci attendono le linee guida dal Viminale.

L'Associazione nazionale dei comuni, che dice sì all'impiego dei beni confiscati alla criminalità, per risolvere l'emergenza abitativa chiederà comunque l'istituzione di un fondo per ristrutturare gli immobili. Il primo incontro è previsto per oggi, l'inizio di un confronto per definire le linee guida della circolare che punta a ripristinare la legalità sul territorio e a evitare, d'altra parte, disordini ed emergenze sociali. Intanto continuano le polemiche politiche, con Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia, che punta il dito contro il ministero, sostenendo che l'impiego dei beni confiscati per risolvere l'emergenza alloggiativa sia assurda.

I NODI
Nel 2015 il ministero per le Infrastrutture aveva stanziato 18 milioni di euro per un triennio, soldi destinati alla ristrutturazione dei beni confiscati alle mafie che, per legge, solo parzialmente possono essere utilizzati per risolvere l'emergenza abitativa (una percentuale deve essere impiegata per istituire centri che ospitino minori a rischio e un'altra per l'accoglienza delle donne che abbiano subito abusi). Di fatto, i comuni che hanno presentato i progetti, non avrebbero mai ottenuto risposte né finanziamenti dall'Agenzia che gestisce i beni.

A questi soldi si aggiunge una parte dei 377 milioni del Pon sicurezza, il progetto europeo che prevede, tra l'altro, anche lo stanziamento di 50 milioni per il risanamento dei beni confiscati nelle regioni del Sud Italia. Ma il Viminale non ha mai fornito agli enti locali le linee guida per accedere ai finanziamenti. Il presidente dell'Anci Antonio De Caro, che nei prossimi giorni incontrerà il ministro Marco Minniti, proprio in vista della circolare che regolerà gli sgomberi, chiede quindi l'istituzione di un fondo: perché la maggior parte dei beni deve essere ristrutturato, molti sono anche abusivi, e, se impiegato per l'emergenza alloggiativa, reso abitabile.

L'INCONTRO
Il primo confronto tra il Viminale e l'Anci sui contenuti della circolare è previsto per oggi. In mattinata, Veronica Nicotra, segretario generale dell'Anci sarà al ministero. «Sarà un approfondimento per capire cosa inserire rispetto alle regole vigenti sul tema della casa. E capire cosa sia opportuno aggiungere, eventualmente, per reperire immobili pubblici, non solo per i profughi e migranti in generale, ma anche per tanti cittadini delle classi meno agiate privi di un'abitazione, numero considerevole in tante città italiane».

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