Intervista a Deborah Serracchiani: «Finito il tempo dei veti di Fi»

Intervista a Deborah Serracchiani: «Finito il tempo dei veti di Fi»
di Claudio Marincola
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Domenica 8 Febbraio 2015, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 10:40
«Berlusconi che parla di deriva autoritaria è quasi commovente...». Debora Serracchiani, portavoce pd, non prende troppo sul serio le parole del Cavaliere, «resto convinta che Forza Italia, che rispetto, non abbia alcun interesse ad abbandonare il percorso delle riforme. Faremo capire agli italiani che è finito il tempo in cui Berlusconi poteva mettere i veti».



Sarà un caso ma anche D'Alema di recente ha ironizzato sui metodi “stalinisti” di Palazzo Chigi per una foto in cui compare il presidente Mattarella ma lui sarebbe stato “tagliato”.

«Non ho visto quella foto, ironia per ironia le rispondo che quelle esperienze proprio non ci appartengono. Più in genere posso dire che il metodo con cui è stato scelto il presidente è operativo da sempre. Sia per le riforme, sia per i passaggi più delicati del Jobs act abbiamo sempre cercato un accordo ma non sempre è stata trovata la sintesi».



D'Alema parla anche di un metodo-Mattarella da prendere come esempio.

«Non so cosa intenda Massimo D'Alema per metodo Mattarella. Posso dire, per avervi partecipato, in che modo è stato individuato il nome del presidente della Repubblica: eravamo consapevoli di quello che esprimevano i nostri 345 elettori. Sapevamo che avevamo un colpo: non potevamo sbagliarlo, ci siamo resi conto che altri suscitavano perplessità e diffidenza».



D'Alema, tra le righe, quella scelta un po' la rivendica.

«Torno a dirle: il criterio che abbiamo seguito è stato quello di incontrare tutte le delegazioni. E tutti ci ripetevano un concetto comune: era arrivato il tempo di un presidente che avesse un'esperienza politica tale da resistere agli stress test, una figura in grado di garantire imparzialità, non giocatore ma arbitro. Alla fine seguendo questa strada non è stato difficile arrivare a Mattarella».



One man show: Renzi può farcela da solo?

«Lei prima parlava di un metodo Mattarella. Io parlerei piuttosto di un effetto Mattarella. Chi ha vissuto questa esperienza si è reso conto che alla fine a tirare un sospiro di sollievo non è stato un partito o un gruppo politico, ma il Paese. Siamo riusciti a fare una scelta condivisa in poco tempo con sollievo di tutti. Molti di noi hanno acquisito la consapevolezza che in tempo di crisi la gente ci chiede questo. Nei circoli del Pd, che venivano da un periodo a dir poco difficile, si respirava una bella atmosfera. C'era fierezza. Questo effetto Mattarella, e vengo dunque alla sua domanda, ci dà forza e può contagiare anche il Parlamento. C'è anche il sollievo di aver cancellato quella brutta pagina di due anni fa. E la spinta si è già vista. Per definire i ddl anti-corruzione e il falso in bilancio è bastata una riunione. Dobbiamo continuare con questa determinazione. L'Italicum va approvato in tempi brevi alla Camera con il testo che è stato licenziato dal Senato. Il ministro Boschi ha detto che dalla prossima settimana ci lavorerà dalle 9 alle 23, sabato compreso».



Sul canone delle frequenze tv lo sconto a Mediaset è saltato.

«Ci sono precisi vincoli europei: non è stata una ritorsione, solo la mera ratifica di una direttiva».



Scelta civica è confluita nel Pd. Il trasformismo ormai è diventata una prassi.

«Per alcuni, penso a Maran, Lanzillotta, Ichino, si è trattato di un ritorno. Non c'è stata nessuna campagna acquisti».



Accogliereste a braccia aperte anche Scilipoti?

«Non credo proprio che ve ne siano le condizioni e non sarebbe un valore aggiunto».