Scelta civica, nasce gruppo unico con i Verdiniani: ira di Monti, ma la Camera gli dà torto

L'aula di Montecitorio
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Mercoledì 12 Ottobre 2016, 23:05 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 11:43
Addio alla Scelta Civica targata Mario Monti. La formazione dell'ex premier, ora nelle mani del viceministro dell'Economia Enrico Zanetti, si fonde alla Camera con i verdiniani dando vita a un gruppo unico sul quale
arriva il via libera di Montecitorio. Un placet giunto con colpo di scena finale: una lettera inviata all'Ufficio di Presidenza della Camera da Monti in cui il Professore rivendica il diritto esclusivo su nome e simbolo del partito provando a bloccare l'operazione. Ma, alla fine, la spuntano Zanetti e, indirettamente, Denis Verdini. Tra le ire di Monti, che attacca la Camera che ha preso - dice - una «decisione politica su pressione del Pd».

Per ora, tuttavia, la Presidenza di Montecitorio risolve il groviglio giuridico-politico creatosi con l'ultima faida interna ai civici concedendo una deroga a tempo indeterminato al gruppo «Scelta Civica-Verso i Cittadini per l'Italia-Maie» formato da 16 deputati: verdiniani, zanettiani, l'ex tosiano Marcolin e un membro del Maie. Ai 15 deputati che non hanno seguito Zanetti, restando nel gruppo fino a oggi chiamato Scelta Civica, viene dato «un tempo congruo» affinché si arrivi alle 20 unità necessarie per formare il gruppo. E il nome? Resta in capo a Zanetti mentre gli ormai ex Sc optano per cambiare denominazione: si chiameranno Civici e innovatori.

Sembra chiudersi, così, una querelle parlamentare che andava avanti da tre mesi. Querelle nella quale, dopo settimane di silenzio, oggi interviene anche Monti tentando di stoppare l'uso del nome del partito da lui fondato per un'operazione «contraria ai valori» di Scelta Civica, attacca l'ex premier. «Mi chiedo se il Mario Monti che oggi bacchetta Sc per l'alleanza con Ala è lo stesso che nel 2013 impose l'alleanza con Fini e Casini», replica Zanetti pungolando il suo ex alleato. «La sua lettera è stato un incredibile colpo di scena per uno che da tre anni ha abbandonato il partito. E non credo che il suo nome porti un plus di voti oggi», sottolinea il viceministro spiegando come la sua volontà fosse di tenere solo la denominazione "Scelta Civica" e non "Scelta Civica con Monti per l'Italia".
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