Salvini dopo l'aggressione: «O condanna di tutti, o mi fermo». Identificati 6 antagonisti

Salvini dopo l'aggressione: «O condanna di tutti, o mi fermo». Identificati 6 antagonisti
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Lunedì 10 Novembre 2014, 12:39 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 18:33

«O tutti, senza se e senza ma, condannano e rifiutano qualsiasi tipo di violenza, oppure io mi fermo».

Così Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, dopo le polemiche seguite all'aggressione di Bologna e gli episodi di questi giorni.

«Aggressione a Bologna, la sede della Lega di Trento attaccata, una stella a cinque punte con minacce sulla sede della Lega di Parma. Un bruttissimo clima. O tutti, senza se e senza ma, condannano e rifiutano qualsiasi tipo di violenza, oppure io mi fermo. Punto». Questo il testo della dichiarazione di Salvini.

Salvini, intervistato a «La telefonata di Belpietro» su Canale 5 , ha sottolineato che «Se a prendere gli schiaffi è una consigliera leghista e a essere distrutta e l'auto di un leghista, allora per qualcuno quasi ci sta. Questo è preoccupante», commentando quanti lo hanno accusato di aver cercato sabato una «provocazione» con la sua visita al campo nomadi di Bologna.

Salvini ha respinto l'accusa di aver mirato a una «provocazione»: «Io faccio il mio lavoro che è di controllare come si spendono i soldi pubblici.

Il 99% del mondo normale ha espresso solidarietà. Qualche minoranza ha detto che io sono andato lì con l'intento di farmi ferire: «beh, questi si commentano da soli».

Salvini ha escluso che oggi riproverà a visitare il campo nomadi, perchè è impegnato «a girare l'Emilia Romagna in lungo e in largo»: «Non cerco voti sui rom semplicemente mi secca che il denaro pubblico sia dato a persone che poi rispondono con gli schiaffi», ha detto riferendosi a un precedente episodio in cui è stata schiaffeggiata una consigliera comunale del Carroccio che aveva tentato di visitare il campo.

«E mi domando se per caso a essere schiaffeggiata fosse stata una consigliera di sinistra e a essere distrutta fosse stata l'auto di Matteo Renzi, quale reazione ci sarebbe stata? Quale pandemonio, quali interrogazioni parlamentari e quali servizi nelle televisioni di tutto il mondo! E invece se a prendere gli schiaffi è una consigliera leghista e a essere distrutta e l'auto di un leghista, allora per qualcuno quasi ci sta. Questo è preoccupante».

Identificati 6 antagonisti. Sono 6 gli antagonisti già identificati dalla Polizia di Bologna per l'assalto all'auto di Salvini avvenuta sabato scorso a Bologna, a pochi metri dal campo rom di via Erbosa. La Digos, che ha già avviato le indagini, è al momento ancora in attesa di ricevere la formale denuncia da parte degli esponenti Lega, vittima dell'aggressione che si è conclusa con la fuga di Salvini a bordo dell'auto.

Nell'allontanarsi la berlina del Carroccio ha investito, senza gravi conseguenze, alcuni attivisti. I militanti, riunitisi per impedire la visita di Salvini al campo nomadi, sono prima saliti sulla vettura, sferrando calci e pugni, poi l'hanno rincorsa riuscendo a sfondare il lunotto posteriore e ad infrangere il parabrezza. Al centro del lavoro degli inquirenti le immagini girate al momento dell'accaduto dalle molte telecamere presenti. Appena il Carroccio farà arrivare la denuncia, la Digos invierà l'informativa alla locale Procura che dovrà formalizzare le ipotesi di reato.

Il questore: «Salvini ci ha detto che avrebbe tardato».

«Chi è sottoposto a tutela deve fornire alla polizia gli orari e il programma dettagliato dei suoi spostamenti in modo che vengano predisposti i servizi del caso, cosa che sabato non è avvenuta, e l'onorevole Salvini fra l'altro viaggiava su un'auto privata, quando in casi del genere si deve usare un mezzo delle forze dell'ordine». Così il questore di Bologna, Vincenzo Stingone, in un colloquio con la Stampa.

La questura di Bologna aveva previsto che Salvini venisse scortato da un'auto della Digos e da un mezzo con dodici agenti del reparto mobile dal casello al campo nomadi, tuttavia «noi sapevamo solo che verso le 11 doveva far visita al campo, la questura di Milano non ci ha comunicato altro perchè non era stata informata», spiega Stingone.

«Abbiamo preso contatti con la consigliera della Lega Borgonzoni, che era in auto con Salvini, chiedendole di dirci l'orario d'arrivo al casello. Alle 11 non c'erano ancora, allora il capo della Digos ha chiamato, sentendosi rispondere che erano in ritardo a causa del traffico». «Abbiamo aspettato fino alle 11,50 e il capo della Digos - prosegue Stingone - ha inviato un sms chiedendo dove fossero. Poco dopo ci hanno chiamati: erano già al parcheggio dell'ippodromo (non lontano dal campo nomadi, ndr) coi giornalisti. A questo punto ci siamo mossi, ma due minuti dopo la consigliera ci ha ritelefonato dicendo che erano stati aggrediti».

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