Rottura nel centrodestra: carta Bongiorno al Senato

Rottura nel centrodestra: carta Bongiorno al Senato
di Marco Conti
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Lunedì 19 Marzo 2018, 08:31
«Berlusconi non ha ancora smaltito la botta. Non si spiega il perché del risultato elettorale, ma continua a suicidarsi ospitando Salvini sulle sue reti». Il parlamentare azzurro non si tiene mentre il leader della Lega, sostiene, continua «zompettare» da una trasmissione all'altra delle reti del Biscione «in attesa di prendersi la Rai». A bruciare non è tanto l'affondo di Di Maio contro la candidatura di Paolo Romani e Roberto Calderoli a presidente del Senato, quanto la mancata presa di distanza dei leghisti «da un criterio che se venisse applicato dovrebbe riguardare anche Di Maio». E che il no a «candidati condannati o sotto processo», pronunciato dal leader grillino, sia un assist a Salvini ne è convinto anche il Cavaliere che resta asserragliato ad Arcore mentre il leader della Lega continua di fatto la campagna elettorale promettendo ai 5S di mettere un premio di maggioranza nella legge elettorale e a FI di fare un governo con i grillini.

LA TREGUA
L'asse grillin-leghista tiene e manda in fibrillazione FI come il Pd. Al Nazareno, come ad Arcore, ci si prepara a rispondere alle sollecitazioni che potrebbero venire dal Quirinale affinchè - e dopo lunghi tentativi - si arrivi alla formazione di un governo necessario per mettere in sicurezza il Paese. Questo allarma Di Maio e Salvini che temono la durata del possibile esecutivo di tregua, e insieme lavorano per arrivare alle consultazioni con l'assetto parlamentare più sgangherato e conflittuale possibile. Sicuramente privo di quelle figure superpartes e istituzionali che potrebbero facilitare il lavoro del Colle nella formazione di una maggioranza e di un governo. E' per questo che, malgrado le rassicurazioni, la partita in corso sulle presidenze delle Camere si sta intrecciando con quella della possibile formazione del governo.

Ed è sempre per questo che la tensione dentro il centrodestra è fortissima con Forza Italia pronta a giocarsi la carta del voto segreto per far saltare l'accordo tra Di Maio e Salvini che puntano a far eleggere a Montecitorio Fraccaro e a palazzo Madama la Bongiorno. Due nomi difficilmente spendibili per un dopo con tutti dentro e che aprirebbero la strada a quell'«ultima ratio», evocata dal leghista Giancarlo Giorgetti. Ovvero ad un governo di pochi mesi M5S-Lega durante i quali, come già sostenuto da Di Maio, si metterebbe mano ad uno dei problemi considerato dai 5S tra i più impellenti per il Paese: i vitalizi dei parlamentari.

LE BORDATE
Una prospettiva che viene guardata con un certo allarme al Colle e fa salire la pressione nel Pd dove aumentano coloro che aprono ai grillini proprio per scongiurare l'esecutivo sovran-populista che potrebbe mandare in fibrillazion i mercati e Bruxelles. L'asse governista interno ai dem deve però fare i conti con l'assetto dei gruppi dove i renziani, come confermano le bordate anti di Anzaldi e Marcucci, hanno ancora i numeri per far saltare qualunque ipotesi d'intesa. Tra renziani e azzurri i rapporti restano stretti. Seppur molto indebolito dal risultato elettorale, il Pd ha i numeri per supportare la strategia interdittiva di FI ma una rottura del centrodestra - che passerebbe per l'elezione di Romani a presidente del Senato - significa dare a Salvini le mani libere per chiudere l'intesa con i grillini in modo da riportare il Paese alle urne nel giro di pochi mesi. Il leader della Lega, malgrado le rassicurazioni, non ha nessuna intenzione di andare e palazzo Chigi e tantomeno di favorire un altro leader di centrodestra. Lo ha ben compreso Bobo Maroni che ieri in tv sembrava esprimere più le preoccupazioni di Berlusconi che le ansie del leader della Coalizione.

Un tentativo di spezzare l'asse Lega-grillini lo fa Giorgia Meloni - forse la leader più convinta della necessità di un governo di centrodestra - quando dice «che non è dovuto che si dia un presidenza di una Camera alla forza che è arrivata seconda». Ma Salvini di tenere fuori i grillini e di andare al governo, non sembra avere fretta. L'obiettivo resta quello di prendersi a breve un'altra fetta di FI.

 
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