Rosy Bindi: «Renzi? Terrò botta. E poi le riunioni alle 7 non fanno per me»

Rosy Bindi
di Claudia Terracina
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Giovedì 12 Dicembre 2013, 10:38 - Ultimo aggiornamento: 19:49
Questa volta Rosy Bindi non arrabbiata con Matteo Renzi, che ha escluso di poterla candidare alle Europee. «Nè la Bindi, nè D’Alema», è stato l’avvertimento del neo segretario del Pd. Sarà che ormai si è abituata agli strali del sindaco-segretario, ma stavolta ride e alza le spalle. «Intanto, Renzi è stato provocato. Ha risposto con una battuta che ha fatto subito titolo per i giornali. E, comunque, non mi sono mai sognata di candidarmi a Strasburgo».



Non è come la volpe e l’uva, onorevole? Nessun rimpianto per i tempi in cui il suo nome in era un traino garantito per gli elettori?

«Proprio no. Oggi una candidatura alle Europee sarebbe incompatibile con la mia nomina alla presidenza della commissione Antimafia, impegno istituzionale che svolgo con passione e che mi onora, al quale non voglio e non posso sottrarre tempo. E poi ho già fatto la parlamentare europea nel 1989».



Tutto bene, dunque? Eppure, fino a pochi mesi fa rispondeva risentita alle frequenti critiche di Renzi.

«Oggi ci sono state le primarie del Pd. I tre milioni che sono corsi a votare hanno espresso una netta volontà di cambiamento. Perciò, è nostro compito riconoscerlo».



Anche lei con Renzi, dunque?

«Renzi dichiara di voler essere il nostro capitano, perciò ha il compito di tenere unita tutta la squadra. Ora tocca a Matteo e su questo, sono con lui».



A proposito di cambiamento, neppure una protesta con il neo segretario, che la cita sempre come paragone negativo?

«L’ho sentito dopo la sua vittoria e abbiamo scherzato. Lui ha cercato di provocarmi. Ridacchiando, mi ha chiesto ”come farai, Rosy, a resistere con Letta a palazzo Chigi e con me al partito?”».



E lei come gli ha risposto?

«Come sempre, a modo mio, con schiettezza. Non gliela ho mandata a dire. Tu e lui insieme durate poco, ho replicato. Figuriamoci. Ho sopportato per vent’anni Berlusconi, un anno con questi due ragazzi non mi fa certo spavento. Il tempo vola, sono sicura che terrò botta. E poi ho molto altro da fare».



Come le sembrano le prime mosse da segretario?

«In linea con il suo stile di sempre. Comunque, sono ben contenta di non essere in segreteria. Le riunioni alle sette del mattino non fanno per me. Non sono compatibili con il mio metabolismo».



E chi vedrebbe al suo posto, alla presidenza del Pd?

«Mi pare ragionevole proporlo a Gianni Cuperlo. Coinvolgerlo nella nuova gestione sarebbe proprio un bel segnale. Se ne sta parlando, ma l’ultima parola spetta a lui. Deve valutare e dire se la sente o no».
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