Il «contratto» vincola di fatto il futuro candidato sindaco e i futuri consiglieri e assessori «alla volontà, nell’ordine, di Casaleggio, del suo staff e del direttorio». Pena l’espulsione e una richiesta danni di 150.000 euro: «Il candidato accetta — è scritto nel documento — la quantificazione del danno d’immagine che subirà il M5S nel caso di violazioni dello stesso poste in essere alle regole contenute nel presente codice e si impegna pertanto al versamento dell’importo di 150.000 euro, non appena gli sia notificata formale contestazione a cura dello staff coordinato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio».
«I punti principali» del Codice Roma «come ad esempio la multa di 150 mila euro, sono pressappoco identici a quelli già inseriti nei precedenti codici di comportamento studiati in occasione delle elezioni politiche 2013 e delle europee 2014». È quanto si legge sul blog di Beppe Grillo a proposito de decalogo per i candidati romani. «Siamo già in campagna elettorale. E ce ne siamo accorti. Solo che mentre il M5S lavora sul territorio e si prepara al governo di Roma, c'è chi, come i partiti, prova a rivendersi qualche faccia riciclata e chi, come alcuni giornali, fa il gioco dei partiti e prova a screditarci con ogni mezzo. Ma tant'è, noi non abbiamo nulla da nascondere», si legge nel post.
Attacca ancora Grillo: « Questa sfida sarà determinante per il futuro di
Roma e di tutto il Paese. Noi ci siamo e ci siamo tutti. E cominciamo da Roma, per farla tornare città del mondo dopo i disastri di Rutelli, Veltroni, Alemanno e Marino. Sarà solo il primo passo, per dare una spallata definitiva anche al governo di questo Paese».
Non mancano le reazioni dei partiti al Codice Roma. Il senatore dem Raffaele Ranucci: «Le multe del dissenso. Questa è la democrazia per Casaleggio ed associati che vogliono non un sindaco per Roma ma un commissario dei 5 stelle. Chi dissente dai diktat 5stellati verrà punito con l'espulsione o una multa fino a 150.000 euro. Una aberrazione politica sociale culturale».
Ernesto Carbone, deputato Pd: «Ogni giorno di più, i 5 stelle dimostrano che uno non conta affatto per uno: nessuna trasparenza, nessun partecipazione davvero democratica. Nati per aprire il Parlamento ai cittadini dimostrano invece di essere asserviti agli interessi della Casaleggio e associati, nascosti dietro il paravento di un populista come Grillo, che pensa solo al proprio tornaconto».
«I romani non possono tollerare di essere nelle mani della Casaleggio e associati, il contratto capestro per i candidati ultima follia grillina», scrive su twitter Lorenza Bonaccorsi, della segreteria nazionale del Partito democratico.
Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia: «C'era un tempo il concetto 'uno vale unò e il mito della democrazia diretta on-line nel Movimento 5 Stelle. Ora siamo arrivati a un decalogo con imposizioni e divieti che dovrebbe essere imposto ai loro candidati sindaco nel Comune di Roma. E chi dissente verrebbe multato addirittura con la cifra rilevantissima di 150mila euro. Così hanno stabilito Grillo e Casaleggio. Lo riferisce oggi un quotidiano con i dettagli di questo regolamento-capestro. Altro che libertà di espressione, altro che la democrazia che dal basso arriva nelle istituzioni».
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