Roma, la stretta di Casaleggio sui candidati M5S: «150mila euro di multa per chi dissente»

Roma, la stretta di Casaleggio sui candidati M5S: «150mila euro di multa per chi dissente»
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Lunedì 8 Febbraio 2016, 14:06 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 09:53
Gianroberto Casaleggio «commissaria» i 5 Stelle a Roma. E' scritto nero su bianco su un documento fatto firmare ai candidati grillini per il Campidoglio: «150.000 di multa per chi dissente». L’ideologo del Movimento, scrive la Stampa, ha stilato un decalogo in tre pagine sulla campagna per la scelta del nuovo sindaco di Roma e, attraverso Roberta Lombardi.  

Il «contratto» vincola di fatto il futuro candidato sindaco e i futuri consiglieri e assessori «alla volontà, nell’ordine, di Casaleggio, del suo staff e del direttorio». Pena l’espulsione e una richiesta danni di 150.000 euro: «Il candidato accetta — è scritto nel documento — la quantificazione del danno d’immagine che subirà il M5S nel caso di violazioni dello stesso poste in essere alle regole contenute nel presente codice e si impegna pertanto al versamento dell’importo di 150.000 euro, non appena gli sia notificata formale contestazione a cura dello staff coordinato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio».

«I punti principali» del Codice Roma «come ad esempio la multa di 150 mila euro, sono pressappoco identici a quelli già inseriti nei precedenti codici di comportamento studiati in occasione delle elezioni politiche 2013 e delle europee 2014». È quanto si legge sul blog di Beppe Grillo a proposito de decalogo per i candidati romani.  «Siamo già in campagna elettorale. E ce ne siamo accorti. Solo che mentre il M5S lavora sul territorio e si prepara al governo di Roma, c'è chi, come i partiti, prova a rivendersi qualche faccia riciclata e chi, come alcuni giornali, fa il gioco dei partiti e prova a screditarci con ogni mezzo. Ma tant'è, noi non abbiamo nulla da nascondere», si legge nel post.


Attacca ancora Grillo: « Questa sfida sarà determinante per il futuro di
Roma e di tutto il Paese. Noi ci siamo e ci siamo tutti. E cominciamo da Roma, per farla tornare città del mondo dopo i disastri di Rutelli, Veltroni, Alemanno e Marino. Sarà solo il primo passo, per dare una spallata definitiva anche al governo di questo Paese».


Non mancano le reazioni dei partiti al Codice Roma. Il senatore dem Raffaele Ranucci:  «Le multe del dissenso. Questa è la democrazia per Casaleggio ed associati che vogliono non un sindaco per Roma ma un commissario dei 5 stelle. Chi dissente dai diktat 5stellati verrà punito con l'espulsione o una multa fino a 150.000 euro. Una aberrazione politica sociale culturale». 

Ernesto Carbone, deputato Pd: «Ogni giorno di più, i 5 stelle dimostrano che uno non conta affatto per uno: nessuna trasparenza, nessun partecipazione davvero democratica. Nati per aprire il Parlamento ai cittadini dimostrano invece di essere asserviti agli interessi della Casaleggio e associati, nascosti dietro il paravento di un populista come Grillo, che pensa solo al proprio tornaconto».

«I romani non possono tollerare di essere nelle mani della Casaleggio e associati, il contratto capestro per i candidati ultima follia grillina», scrive su twitter Lorenza Bonaccorsi, della segreteria nazionale del Partito democratico.


Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia: «C'era un tempo il concetto 'uno vale unò e il mito della democrazia diretta on-line nel Movimento 5 Stelle. Ora siamo arrivati a un decalogo con imposizioni e divieti che dovrebbe essere imposto ai loro candidati sindaco nel Comune di Roma. E chi dissente verrebbe multato addirittura con la cifra rilevantissima di 150mila euro. Così hanno stabilito Grillo e Casaleggio. Lo riferisce oggi un quotidiano con i dettagli di questo regolamento-capestro. Altro che libertà di espressione, altro che la democrazia che dal basso arriva nelle istituzioni».  
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