Riforme, Grasso: irricevibili gli emendamenti della Lega. Ne restano 380mila

Piero Grasso
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Martedì 29 Settembre 2015, 13:32 - Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 08:48
È «l'abnormità» degli 85 milioni di emendamenti della Lega alle riforme a spingere la presidenza del Senato a dichiararli irricevibili. Lo ha detto il presidente Pietro Grasso in Aula. Dopo che Grasso aveva annunciato di considerare «irricevibili» gli emendamenti della Lega, ha preso la parola Vito Crimi (M5s) che si è dichiarato «allarmato» per la decisione di Grasso, che creerebbe un «precedente». Secondo il senatore pentastellato in futuro , su altre leggi, potrebbero essere fissati tempi di voto molto più brevi, e dichiarare irricevibili «anche solo 100 emendamenti».



«Vi invito a riflettere - ha risposto Grasso - Io ho parlato dell'abnormità del numero degli emendamenti. M5s ne ha presentati 117. Tra 117 e 85 milioni di emendamenti c'è quel 'range' che costituisce l'abnormità. È stato calcolato che ci vorrebbero 17 anni per esaminarli. L'abnormità non è soggettiva ma oggettiva».
«Per rispettare i tempi stabiliti dal calendario dei lavori, la presidenza è impossibilitata a vagliare nel merito l'abnorme numero di emendamenti se non al prezzo di creare un precedente che consenta di bloccare i lavori parlamentari».



Grasso, nel suo intervento dice «no» al Lodo Russo: la proposta avanzata dal senatore del Pd Francesco Russo di dire no agli emendamenti della Lega perché non sottoscritti e non conosciuti con ogni probabilità dagli stessi proponenti, perché la richiesta non è supportata di fatto dal regolamento del Senato. E ribadisce come spetti solo al presidente del Senato la decisione su ricevibilità, proponibilità e ammissibilità degli emendamenti ed è proprio nell'ambito di questo giudizio che lui considera irricevibili le proposte della Lega.



In più, Grasso lascia invece in campo le proposte di modifica presentate in commissione Affari costituzionali perché in quella sede non vennero dichiarate irricevibili, ma vennero ordinate, esaminate e valutate e quindi come tali devono essere lasciate all'esame dell'Aula. In tutto all'esame dell'Aula, al netto di ogni decisione presa oggi e di quelli già ritirati dalle opposizioni, per il ddl Boschi restano 380 mila emendamenti oltre a 3.500 presentati per iscritto.



La dichiarazione di ammissibilità degli emendamenti che restano «sarà fatta articolo per articolo», ha detto in Aula il presidente del Senato rispondendo a una domanda sull'emendabilità dell'art.2 del 'ddl Boschì. «Le verifiche sono ancora in corso - ha aggiunto - è un lavoro che va fatto in progress».



«È abnorme il numero di 85 milioni di emendamenti?. Può darsi. Ma non è abnorme un governo che si rifiuta di discutere con sua maggioranza? Non abbiamo nemmeno avuto la possibilità di discutere in Commissione», ha replicato Roberto Calderoli, intervenendo in Senato, dopo che sono stati dichiarati irricevibili i suoi 85 milioni di emendamenti. «L'ostruzionismo - ha ricordato - non è vietato dalla Costituzione o dai Regolamenti, e non lo si può definire eversivo quando si è in maggioranza».



«C'è una deriva autoritaria dietro a questo atteggiamento - ha proseguito Calderoli - e qualunque cosa non è abnorme. Sono rimasto colpito dall' intervento del ministro Boschi, dove ha parlato di 'soluzioni eccezionalì, e mi vengono alla mente i tribunali speciali del Ventenni. E da oltre Oceano ha ribadito le stesse posizioni il Presidente del Consiglio». «Oggi - ha insistito - gli emendamenti sono stati irricevibili, domani altri saranno inammissibili, poi vedo un bel canguro».



Calderoli ha concluso esprimendo «solidarietà» a Grasso, perché a suo giudizio sarebbe espropriato delle sue funzioni da Palazzo Chigi: «mai in 20 anni - ha affermato - ho sentito la data e l'ora del voto annunciata da Palazzo Chigi.
La capisco, ma da oggi vige il regolamento del Marchese del grillo: 'io sono io e voi non siete un cazzo'».
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