Riforma giustizia, M5S rifiuta l'incontro: «Ribrezzo per chi fa patti con Berlusconi». Renzi: con i terroristi parlano, con noi no

Riforma giustizia, M5S rifiuta l'incontro: «Ribrezzo per chi fa patti con Berlusconi». Renzi: con i terroristi parlano, con noi no
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Giovedì 21 Agosto 2014, 12:44 - Ultimo aggiornamento: 23:55

Ha partecipato solo Forza Italia all'incontro di stamattina del ministro Orlando con i partiti dell'opposizione sulla riforma della Giustizia. Assenti Sel, Lega e Movimento 5 Stelle, che già nei giorni scorsi aveva annunciato il forfait. Ieri il Guardasigilli aveva incontrato le forze di maggioranza per fare il punto sul "pacchetto" di riforme da portare al Consiglio dei ministri del 29 agosto.

Orlando: incontro utile. «E' stato un incontro utile - ha detto Orlando al termine del mini-vertice con l'opposizione - nel corso del quale sono state espresse indicazioni su alcuni punti della riforma della giustizia civile e della magistratura onoraria e sollecitazioni a intervenire su alcuni ulteriori punti che ci riserviamo di affrontare».

«Non facciamo accordi più o meno segreti con nessuno: esiste una maggioranza che fa delle proposte e che si confronta con tutti» ha detto Orlando, smentendo voci su un patto del Nazareno sul capitolo giustizia e respingendo le accuse dei grillini di accordi sottobanco con Forza Italia.

«Con M5S non sono esclusi incontri futuri». «Il fatto che in alcuni casi non si siano potuti tenere gli incontri previsti con tutte le forze dell'opposizione non preclude la possibilità di recuperare questi passaggi» ha sottolineato Orlando, a proposito del forfait di M5S.

M5S: ribrezzo per chi scende ancora a patti con Berlusconi. «Proviamo un senso di ribrezzo nel constatare che un Presidente del Consiglio possa ancora scendere a patti con Berlusconi sulla giustizia»: così i deputati e i senatori M5S delle commissioni Giustizia di Camera e Senato hanno annunciato sul blog di Grillo che non avrebbero incontrato il ministro Orlando per illustrargli le proposte del movimento.

Renzi: M5S parla ai terroristi ma non al governo. «E i grillini rifiutano il confronto sulla riforma della Giustizia...

Coi terroristi bisogna interloquire ma guai farlo con il governo...»: è questo il tweet con cui il Pd e il premier Matteo Renzi, polemizzano dopo il "no" del gruppo M5S a incontrare il ministro Orlando. Un messaggio scritto dal presidente dell'assemblea nazionale del Pd, Matteo Orfini, e ritwittato da Renzi.

«Niente lezioni dal compare del pregiudicato». è la contro-replica sul blog di Grillo Luigi Di Maio. «Con i terroristi non abbiamo mai avuto niente a che fare. Non accettiamo lezioni da un premier condannato per per danno erariale» che oggi «vuole fare la riforma della giustizia con chi ha sempre cercato di affossarla».

Le priorità di M5S. Nella lettera firmata dai parlamentari M5S viene spiegato - tra i motivi per cui non sarebbero andati all'incontro - che «in primo luogo» il ministro Orlando avrebbe "peccato" di «un tipico caso di scortesia istituzionale», dal momento che era stato chiesto di «conoscere più dettagliatamente i contenuti giacché non siamo disponibili a una chiacchierata ferragostana. Siamo contrari agli incontri 'di facciatà al chiuso delle stanze».

Non manca però un elenco delle «priorità»: a cominciare da una «vera legge anticorruzione, che ripenalizzi il falso in bilancio ed introduca il reato di autoriciclaggio; una norma che riveda il sistema della prescrizione penale»; poi «una seria riforma della giustizia civile» con «tempi certi ma ragionevoli» incentivando «anche giudici e consulenti a lavorare per tempi ed obiettivi»; riorganizzazione del lavoro nei tribunali; snellire le procedure che «premiano i più furbi» e «tassano i più onesti». Secondo M5s basterebbero «2-3 mesi» per far tutto se ci fosse «la volontà politica». Ma è «evidente a tutti che, dopo il Patto del Nazareno, la lotta alla criminalità e, più in generale, la giustizia penale, siano scivolate all'ultimo posto delle priorità del governo». Infine, M5s ricorda la 'prorogatiò del Csm e chiede di cambiare «modello» per averne uno «svincolato da logiche correntizie e partitiche».

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