«Tutto ciò che abbiamo fatto, le riforme, sono fondamentali - afferma il premier - e ci aiuteranno a cambiare per i prossimi anni e mesi. Ma il discorso politico è che se si vuole mettere in moto il Paese per i prossimi 30 anni serve una riflessione sul capitale umano, sulla scuola e la ricerca».
«L'idea che il governo fa la riforma passando sulle teste degli insegnanti è quanto di più lontano ci
sia. Non è vero che non abbiamo ascoltato gli insegnanti, questo è falso. Chi viene qui a fare le pagliacciate per prendersi uno spazio in tv, glielo diamo ma chiaramente noi stiamo facendo un'altra cosa».
E poi parla del terrorismo: «I terroristi non usano le zattere, non arrivano attraverso le zattere»: coloro che hanno compiuto i recenti attentati «sono usciti dalle scuole europee e sono cittadini europei che non hanno trovato nella scuola l'integrazione, l'educazione e il confronto».
E dopo la Rai «La riforma della scuola da sola non basta, è solo l'inizio del percorso: senza la riforma della Rai, che non vuol dire cambiare palinsesti o il vice capo redattore, come straordinario motore identitario del Paese, noi non siamo nelle condizioni di fare alcun investimento sull'aspetto educativo».
Lo ha detto Matteo Renzi parlando a 'La buona scuolà e confermando l'intenzione di intervenire a breve sulla Tv di Stato. «Accanto alla riforma della scuola sia chiaro che riformeremo la legge del sistema radiotelevisivo», ha spiegato il premier, sottolineando: «Se dici che la Rai è una cosa identitaria e culturale non può essere disciplinata da una legge che si chiama Gasparri. La cambieremo».