Renzi: «Faremo le riforme, costi quel che costi. Nella macchina pubblica c'è da tagliare»

Renzi: «Faremo le riforme, costi quel che costi. Nella macchina pubblica c'è da tagliare»
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Sabato 6 Settembre 2014, 12:51 - Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 12:14

Non si va da nessuna parte con le riforme senza cuore: continueremo a fare le riforme costi quel che costi ma non basta» per far ripartire davvero l'Italia. Lo ha detto il premier Matteo Renzi parlando all'inaugurazione del nuovo sito produttivo delle Rubinetterie Bresciane (gruppo Bonomi) a Gussago, facendo appello agli imprenditori per lavorare insieme. E di fronte alle critiche alla sua azione di governo, il premier manda a

dire: «Noi non molliamo di un centimetro».

«Anche nella macchina della pubblica amministrazione alcuni tagli vanno fatti, c'è troppo grasso che cola. L'operazione di tagli è un'operazione che fa chiunque in una famiglia normale», ha sottolineato il premier. «Chi è che non ha fatto sacrifici finora - ha aggiunto - è la macchina pubblica, dove non si è intervenuto nei centri di costo».

Basta con la cultura della rassegnazione, gli esperti che ci dicono che siamo finiti non ne hanno azzeccata una negli ultimi 20 anni, ha quindi attaccato Renzi, rilanciando quindi l'orgoglio tricolore e auspicando un ruolo più forte del nostro paese anche in Europa. «Il meglio deve ancora venire», ha assicurato.

«Voi mi chiedete perché sono qui alla Rubinetterie bresciane e non sono andato a Cernobbio. Se l'Italia è quella che è, è perché donne e uomini delle piccole e medie imprese, che spesso son diventate grandi, si sono spaccati la schiena», ha detto Renzi. Il premier ha scelto infatti di essere presente a questo evento con l'imprenditoria bresciana, disertando il seminario Ambrosetti di Cernobbio, sulle rive del lago di Como, tradizionale ritrovo di manager, imprenditori e banchieri.

«È naturale che il governo stia in mezzo a chi crea posti di lavoro», ha aggiunto Renzi. «Siamo nel Bresciano, in uno dei cuori dell'economia italiana e all'inaugurazione di un importante investimento produttivo. L'Italia ha una bellissima storia da difendere ma anche un futuro da costruire», ha proseguito Renzi parlando con i giornalisti all'interno del nuovo stabilimento delle Rubinetterie bresciane. «Tutti gli italiani perbene hanno lo stesso obiettivo: dare all'Italia un futuro», ha continuato rispondendo a una domanda sugli appelli lanciati dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi.

«Ci sono due Italie, quella degli ottimisti e quella dei pessimisti, quella di chi dice che ce la fa e quella di chi soffre, di chi ci crede e di chi non ci crede. Insomma, quelli che ci provano e quella dei gufi», ha detto ancora il premier.

Renzi ha poi puntato il dito contro «gli stessi che da 30 anni occupano gli stessi posti e adesso ci dicono che l'Italia non ce la fa».

E davanti agli imprenditori bresciani Renzi ha sostenuto che il cammino delle riforme non si dovrà fermare e che «la differenza tra chi è capace e chi parla è che chi è capace i problema no li enuncia ma li risolve».

Il numero uno di Confindustria Giorgio Squinzi chiede uno stop all'austerità. «L'austerità farà piacere ad alcuni Paesi, ma è un freno che si sta riverberando sull'economia globale e condivido pienamente la posizione del presidente del Consiglio» che si oppone «a una politica di austerità che dimentica la crescita», ha detto il presidente degli industriali anche lui all'inaugurazione delle Rubinetterie Bresciane.

Il presidente di Confindustria plaude quindi alle mosse del presidente della Bce, Mario Draghi che «con una visione condivisibile ha chiesto al sistema di mettere a disposizione più fondi». Squinzi ricorda che l'economia «sta vivendo una fase difficile che riguarda il nostro Paese e l'Europa e come imprenditori la risposta che possiamo dare è di tenere duro». In questo senso la riduzione dello spread «ci darà una mano per recuperare», conclude.