Renzi: hanno vinto i lavoratori, ha perso la vecchia politica. Boschi: governo più forte delle polemiche

Renzi: hanno vinto i lavoratori, ha perso la vecchia politica. Boschi: governo più forte delle polemiche
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Domenica 17 Aprile 2016, 23:21 - Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 01:35
«Bisogna sapere perdere il messaggio è chiaro». Lo ha detto il premier Matteo Renzi commentando a caldo il fallimento del referendum sulle trivelle.

«Questo governo è più forte dei sondaggi, dei talk e delle polemiche #avantitutta». Lo ha scritto su Twitter il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi.

Il messaggio di questo referendum è che «non paga essere demagogici», ha sottolineato Renzi nel corso di una dichiarazione fatta a Palazzo Chigi. «L'Italia ha parlato: questo referendum è stato respinto. È un risultato netto, chiaro, superiore alle aspettative di tutti gli opinionisti».

«Domani ci sarà la solita triste esibizione dei politici vecchio stile che dichiarano di aver vinto anche quando hanno perso. In politica bisogna saper perdere. Ci sono vincitori e degli sconfitti. Il governo non si annovera tra la categoria dei vincitori ma sta con operari e ingegneri che domani torneranno nei loro posti di lavori consapevoli di avere un futuro e non un passato», ha sottolineato il presidente del Consiglio.

«Gli sconfitti non sono i cittadini che sono andati a votare: chi vota non perde mai. Massimo rispetto per chi va a votare. Ma gli sconfitti sono quei pochi, pochissimi consiglieri regionali e qualche presidente di Regione che ha voluto cavalcare un referendum per esigenze personali politiche», ha detto ancora Renzi.

Il riferimento, neanche troppo velato, è al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che ha guidato la pattuglia degli amministratori ribelli nel Pd e si è schierato in prima linea contro le indicazioni dell'esecutivo e del partito. Emiliano non intende deporre le armi: «Abbiamo superato la soglia di 10 milioni di voti che consideravamo necessaria per poter parlare di un successo: il governo dovrà tenerne conto». «E da presidente del Consiglio - agiunge tra l'altro - c'è stata mancanza di rispetto». Probabilmente la battaglia si accenderà nuovamente quando si tornerà a discutere di royalties per le Regioni e delle politiche energetiche del Paese.

«Ho molto sofferto per la scelta di non andare a votare» anche se «si trattava di una opzione permessa dalla Costituzione», ha quindi affermato Renzi. «Ho ricevuto una mail da parte di un ragazzo classe '98 che mi chiedeva un consiglio sull'andare a votare o meno e provava il brivido di andare a votare la prima volta», ha raccontato il presidente del Consiglio sottolineando che la scelta di votare avrebbe potuto portare «a 11mila licenziamenti». «Credo che il presidente del Consiglio debba essere laddove si rischiano 11mila posti di lavoro», ha continuato. «Ho scelto di non votare perché questo era lo strumento più semplice previsto dalla Costituzione per non mettere in crisi» un comparto industriale.

«A qualche Regione che ci ha fatto la morale sulla bellezza del mare dico che è falso difendere il mare o dire di farlo mettendo in difficoltà qualche piattaforma», ha affermato ancora Renzi. «Come si fa a parlare di mare quando troppe Regioni non utilizzano i fondi europei per pulire le nostre acque?», si è poi chiesto il premier. «Non hanno realizzato i depuratori affinchè tutto il Paese abbia il mare pulito», ha continuato. 

«È ipocrita difendere il mare solo da qualche piattaforma quando alcune regioni si sono disinteressate dei depuratori o addirittura solo dei collettori che portano ai depuratori», ha detto ancora il premier.

«Un referendum che si poteva evitare. Abbiamo cercato di evitarlo per non sprecare 300 milioni di euro ma si è tenuto per esigenze e la voglia di conta da parte di qualcuno», ha sostenuto ancora Renzi. È stato «inutile buttare oltre 300 milioni di euro. Non avremmo potuto accorpare il referendum con le amministrative neanche se avessimo voluto perchè una legge non ce lo permette», ha aggiunto il presidente del Consiglio, sottolineando che «questi 300 milioni» si sarebbero potuti utilizzare per investimenti: «ad esempio avremmo potuto acquistare 250 carrozze per i trasporti pendolari», ha proseguito Renzi. 

«Parte della classe dirigente vive solo su Twitter o su Facebook ma l'Italia è più grande», ha affermato ancora il premier.

«A coloro che hanno votato SI o No dico che saremo in prima linea per fare dell'Italia un Paese che non spreca energie. Basta con le polemiche: l'Italia torni a fare l'Italia. Un Paese non può permettersi l'odio che è emerso in questa campagna politica», ha poi rilevato Renzi. «Non dobbiamo piangerci addosso: siamo leader nel settore delle rinnovabili. Saremo a New York per siglare un accordo impegnativo perchè vogliamo fare dell'Italia il paese più verde dell'Europa ma per farlo non possiamo sprecare le energie che abbiamo. Il passaggio verso le energie rinnovabili si può fare ma ci vuole tempo».

«Al referendum vince Italia moderata che non contrappone ambiente e sviluppo, che difende il lavoro. Perdono i partiti del populismo ipocrita». Così il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti.

 
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