Renzi a Porta a Porta: «Riforme vanno fatte insieme: su decreto popolari sono pronto a mettere la fiducia»

Matteo Renzi
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Mercoledì 4 Febbraio 2015, 01:22 - Ultimo aggiornamento: 16:17

«Se c'è da discutere ci si mette in una stanza e si discute. Ma di cose concrete. Non delle correnti del Pd o di Ncd». Lo ha detto il premier Matteo Renzi a Porta a Porta. Dove ha parlato di riforme, di Jobs Act, di crisi economica e di opposizione. L'Aula della Camera voterà sulle riforme costituzionali da martedì a sabato: lo ha deciso a maggioranza la conferenza dei capigruppo di Montecitorio, con la protesta di Fi.

Cominciando dai malumori in Ncd. «Questo - aggiunge Renzi - interessa anche i singoli piccoli partiti.

Voglio dire con forza che è finito il potere di veto, in cui un singolo partito si metteva di traverso. Quella stagione è finita per tutti: partitini, partitoni e partitucci», ribadisce Renzi.

«Trovo assurde queste continue polemiche con Ncd quando con il ministro dell'Interno che è anche il leader di Ncd lavoro bene - ha aggiunto - Anche nel nostro racconto dobbiamo essere capaci di dire che le cose le facciamo insieme».

Quirinale. «Una settimana fa ho cercato Mattarella, gli ho detto beviamo un caffè, e gli ho chiesto la disponibilità e la cortesia a mantenerla anche se il primo scrutinio non fosse andato bene. Ha funzionato: per la prima volta il Pd non si è diviso».

Jobs act. "Dal primo marzo entrano in vigore i decreti attuativi del Jobs act", ha detto Renzi.

Crescita

«In merito alle previsioni di crescita del Pil, nel Def abbiamo messo 0,5%. Ho visto che Confindustria scrive +2% ma mi sembra irrealistico. Ma se, tra 0,5% e 2%, fosse l'1%, avremmo 8 miliardi in più da spendere». Fino ad aprile, però, «testa bassa e pedalare».

Italicum

«Non so se Berlusconi la voterà, spero di sì. Nel Pd si è discusso alle primarie, si è discusso in direzione, si è discusso alla Camera e al Senato, ora questa partita viene chiusa».

Popolari

«Sulle Popolari pronto alla fiducia». Sul decreto che porta le banche popolari più grandi a diventare spa, il premier afferma: «io sono pronto a mettere la fiducia». Bisogna togliere «le banche di mano ai signorotti locali. Ai soliti noti. E io non accetto nessun giochino su questa roba».

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