Renzi rilancia il Ponte sullo Stretto: «Può creare 100mila posti di lavoro»

Renzi rilancia il Ponte sullo Stretto: «Può creare 100mila posti di lavoro»
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Martedì 27 Settembre 2016, 12:58 - Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 08:18

Il premier Matteo Renzi rilancia le grandi opere, a partire dal ponte sullo Stretto di Messina, per «togliere la Calabria dall'isolamento e far sì che la Sicilia sia più vicina», e dalla banda larga, facendo dell'Italia una «gigabyte society». 

Il Ponte sullo Stretto può creare «centomila posti di lavoro», ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi nel corso dell'assemblea che celebra i 110 anni del gruppo Salini-Impregilo. Renzi ha indicato l'infrastruttura come parte del completamento della Napoli-Palermo. «Se siete nella condizione di sbloccare le carte e di sistemare quello che è fermo da 10 anni - ha detto rivolgendosi a Pietro Salini, numero uno del Gruppo - noi ci siamo». 

«Quello che chiedo a voi è che, finita la parte delle riforme, si possa tornare a progettare il futuro», ha aggiunto Renzi. «Bisogna sbloccare i cantieri e serve la banda larga perché la rete di domani non sarà una diga in Italia né l'autostrada del Sole, ma la banda larga, la gigabyte society, la velocità». «Bisogna poi continuare le grandi opere - ha scandito - dalla Bari-Lecce alla Napoli-Palermo, con il Ponte sullo Stretto, in un'operazione che sia utile, crei posti di lavoro e ci metta nelle condizioni di togliere l'isolamento della Calabria e avere la Sicilia più vicina». «Noi siamo pronti», ha detto citando anche la Variante di Valico ed il Terzo valico tra Liguria e Piemonte.

«Chiediamo alla capigruppo che si terrà giovedì di iscrivere la nostra proposta di legge sul Ponte sullo Stretto nel calendario dei prossimi tre mesi». Lo afferma il presidente dei deputati di Ap Maurizio Lupi esprimendo
soddisfazione sul fatto che Renzi «ha detto sì alla nostra proposta di riprendere» il progetto. «Serve una legge che dica che il Ponte si realizza», aggiunge. 

«Il Menomato Morale oggi ha detto che è pronto ad aprire i cordoni della borsa (di soldi pubblici dei cittadini) per far ripartire il progetto del Ponte sullo Stretto, un'opera costosissima, inutile e in piena zona sismica», è il commento di Beppe Grillo sul suo blog, dove aggiunge: «M5S è riuscito, grazie a Virginia Raggi, a bloccare le irresponsabili Olimpiadi del 2024 a Roma, ma non siamo ancora riusciti a frenare gli appetiti malsani di chi vuole fare a tutti i costi grandi opere inutili con i soldi dei cittadini».

È «un'opera che non vedrà mai la luce, già costata circa 600 milioni di euro ai contribuenti, per il quale Monti stanziò 300 milioni per il pagamento delle penali per la non realizzazione del progetto. Secondo il piano economico, approvato dal consiglio d'amministrazione della Stretto di Messina Spa il costo dell'opera sarebbe di 8,5 miliardi di euro, mezzo Reddito di Cittadinanza con cui il M5S salverebbe 10 milioni di italiani dalla fame. Un ponte di 3.000 metri con profilo aerodinamico non è mai stato fatto prima d'ora. Non c'è la sicurezza che regga, in particolare in una zona altamente sismica (ricordate il terremoto di Messina?) e con correnti fortissime. Non gli basta il record di 80 miliardi di aumento del debito pubblico nei primi sei mesi di quest'anno, ne vuole creare altro senza portare alcun beneficio ai cittadini», si legge nel post firmato dal leader M5S. «Qualche anno proprio Renzi diceva "Continuano a parlare dello Stretto di Messina, ma io dico che gli otto  miliardi li dessero alle scuole per la realizzazione di nuovi edifici e per renderle più moderne e sicure". La sua parola non vale nulla. Il 4 dicembre si avvicina», conclude. 

Renato Schifani (Ncd) ironizza: «Renzi ora promette mare e ponti». Possibilista invece il presidente della Commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi: «Se Renzi vuole davvero riprendere il grande progetto del ponte sullo stretto che fu di Craxi e Berlusconi, fa una cosa buona e giusta.

Pietro Salini, che guida il gruppo di costruzioni, dice di essere «pronto a ripartire domani» e si dice sicuro di poter «completare i l'opera in 6 anni». Già nel 2014 Salini aveva lanciato i primi segnali a Renzi, dicendosi disposto a rinunciare alle penali in cambio di una modifica della rotta del Governo sul ponte. Un altro segnale è giunto da Vittorio Armani, presidente dell'Anas, titolare della società in liquidazione Stretto di Messina: «Siamo pronti a riavviare l'opera - ha detto all'agenzia Ansa - soprattutto ora che a dicembre sarà terminata la Salerno-Reggio Calabria». Il presidente dell'Anticorruzione, Raffaele Cantone, si è limitato a dire: «I rischi di infiltrazioni non possono fermare le opere pubbliche». «Non intervengo sulla opportunità dell'opera, sono scelte di tipo politico. In generale dico che la decisione di realizzare un'opera non può dipendere dall'esistenza di pericoli, che certo ci sono, ma non possono costituire una condizione ostativa perché si facciano le cose».

«Contrario al ponte» anche il segretario della Lega, Matteo Salvini, che chiede di «far funzionare i treni, che da Trapani a Ragusa ci mettono 10 ore e mezzo», mentre per Roberto Maroni l'idea di Renzi «è una presa in giro per la Lombardia». La senatrice Loredana De Petris di Sinistra Italiana parla di «tranello di berlusconiana memoria», mentre secondo il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi (avversario di Renzi nella corsa per la segreteria Pd), il ponte «non è una priorità». Parla di «boomerang» Renato Brunetta, capogruppo FI alla Camera: «Renzi tira fuori dal cilindro il ponte sullo Stretto per deviare l'attenzione dell'opinione pubblica su un tema che non sia il referendum confermativo». 

Contro il ponte anche il Wwf, che parla di «gesto sconsiderato»: «In oltre 13 anni di nuove progettazioni i proponenti non sono mai riusciti a dimostrare come l'opera, valutata nel 2010 in 8,5 miliardi di euro (oltre mezzo punto di Pil) possa essere ripagata da flussi di traffico veicolare estremamente modesti».

 

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