Lo scontro sulle liste spacca i partiti. Pd, Renzi: «Partita apertissima, possiamo essere primi»

Lo scontro sulle liste spacca i partiti. Pd, Renzi: «Partita apertissima, possiamo essere primi»
di Marco Conti
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Domenica 28 Gennaio 2018, 18:39 - Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 08:24

«Ho candidato solo persone vicine a me, fedeli? Io rispondo con il fatto che a Napoli il primo candidato che abbiamo individuato è Paolo Siani, un medico, che non viene dal Pd, viene dalla lotta alla camorra. Ed è in prima fila contro la povertà educativa». All'accusa di aver composto le liste con solo persone di fiducia, Matteo Renzi replica in tv elencando i nomi di coloro che non sono assimilabili al renzismo. Dopo due nottate trascorse al Nazareno a compilare liste e a spostare candidati di collegio, il segretario del Pd inizia a Canale5 la campagna elettorale mentre nelle sezioni di partito si raccolgono le firme sulle candidature.

I VALORI
Il partito è ancora in fibrillazione per i tanti esclusi, ma il segretario del Pd ritiene «fisiologiche» le tensioni interne ed è certo che si riassorbiranno nel giro di pochi giorni. Gli orlandiani calcolano che passeranno da circa 30 senatori uscenti, ad averne tra i 3 e i 5 eleggibili. Trapelano anche voci di possibili ricorsi: una esponente orlandiana, Camilla Fabbri, starebbe infatti meditando di ricorrere al Tribunale. Per riprendere fiato, ieri mattinata in famiglia e «anzichè fare come tutti gli altri che prendono gli spin doctor - racconta Renzi a Domenica Live - sono tornato a casa e sono andato a fare un bagno di realtà, visitando le mie nonne». Un modo - dice - per rimettere «nella giusta gerarchia i valori. I nonni in questi anni hanno salvato questo Paese».
Convinto di aver messo in campo «la squadra più forte» e di avere «idee vincenti e convincenti», il segretario del Pd ringrazia «chi si candida e chi ha detto no». Pochi politici - sostiene Renzi - dicono «grazie, comunque. Proprio per questo al termini della (difficile) selezione delle candidature ho voglia di dire forte il mio grazie» specie a Yoram Gutgeld «ideatore degli 80 euro che oggi ha scelto comunque di non ricandidarsi».
C'è chi lascia il posto in Parlamento in maniera spontanea e chi invece mastica amaro. Poi c'è Gianni Cuperlo che nella notte tra venerdì e sabato si è ritrovato catapultato da Roma a Sassuolo e ha deciso di stare fermo un giro.

Tensioni interne che non smuovono il segretario dalla convinzione che «la partita è apertissima» e che il «Pd può essere il primo partito» anche grazie al mix con il quale sono state composte le liste dove si trovano candidati che non è detto abbiano l'esperienza e la competenza «di Gentiloni, Minniti e Padoan», ma tra i nuovi - ricorda - c'è «Lucia Annibali, vittima della violenza». «Uno - sostiene - può votare Pd o un altro ma mi piace l'idea che la nostra squadra abbia persone come lei». Poi il segretario del Pd parla dei grillini che «non vanno etichettati come nemici» e che «non sono pericolosi, ma governano male» come emerge a Roma dove hanno rifiutato le Olimpiadi mentre Milano ha fatto l'Expo.

Invece noi «abbiamo restituito al Paese la possibilità di provarci, uscendo da una crisi devastante». Ora «voglio discutere di proposte, senza fare Vanna Marchi» perché promettere «un reddito a tutti» è come dire «compra la pomata e poi dimagrisci». Proposte, ma con i piedi per terra, perché il reddito di cittadinanza grillino «costa 85 miliardi» e non basterebbero «i soldi del Monopoli». Sì, invece a interventi per ridurre la pressione fiscale, ma «ci vuole una sana politica dei piccoli passi. La flat tax? Mai con me». «La quattordicesima si può alzare: bisogna fare un passo in più e abbassare le tasse, ma non ai ricchi». Infine, ammette di avere «un caratterino» «ma bisogna avere un caratterino per cambiare le cose». «Penso - sostiene - che arrivino dei momenti in cui bisogna metterci il cuore, magari facendo errori».

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