Intercettazioni, Renzi: sostegno ai pm ma le sentenze si fanno nei tribunali

Matteo Renzi
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Sabato 9 Aprile 2016, 19:16 - Ultimo aggiornamento: 10 Aprile, 09:27

«Noi vogliamo dire ai magistrati, guardate che voi avete tutto il nostro sostegno ma le sentenze si fanno nei tribunali, quelli da condannare si trovano nei tribunali». Matteo Renzi torna a parlare della vicenda della pubblicazione delle intercettazioni nell'ambito dell'inchiesta su Tempa Rossa, intervenendo a Classedem. «Renzi accusa i Pm di Potenza? Ma de che... Renzi fa il tifo, sprona, incoraggia i Pm di Potenza?», dice poi.

Le sentenze si fanno in tribunale, «non è un giornale che pesca in un anno e mezzo di intercettazioni la frase più a effetto, spesso con dinamiche personali o familiari, molto spesso con linguaggio gergale», spiega ancora Renzi che rimarca: «Se vi tengono il telefono sotto controllo voglio vedere cosa dite dei vostri colleghi, dei vostri compagni dell'università, il modo con cui si parla a telefono è profondamente diverso».

«La magistratura non si accusa, non si segue, si rispetta chiedendo di fare ciò che da secoli deve fare e su cui noi non mettiamo bocca così come la magistratura non mette bocca nel procedimento legislativo. Sarebbe clamorosa invasione di campo» se accadesse, continua. «Il rapporto con la magistratura è sempre stato di subalternità o di attacco. Ora è arrivato il momento di dire che noi facciamo il tifo per la giustizia». «Noi nutriamo profondo rispetto per la giustizia ma anche della politica: la politica non è una cosa sporca, è una cosa bella e non accetteremo mai di renderla subalterna a niente e nessuno».


«È stata una settimana difficile, c'è stata un'offensiva mediatica, ogni giorno casualmente usciva un nome di un ministro, di un sottosegretario, tutto casuale naturalmente», ha detto Renzi ricordando anche episodi di «tensione internazionale», registrata in questi giorni e che ha coinvolto anche l'Italia. 

«Nella rete e in particolare in alcune forze politiche c'è il desiderio di trasformare la realtà e propagandola come vera immaginando che gli italiani possano bersela», continua. «Cercate la verità, non accontentavi di quella di chi la compra un tanto al mese e pensa di farla diventare realtà. Non credete mai a quel principio terribile per cui se una cosa viene detta tante volte diventa vera». «Se siete del Pd è perché pensate che apparteniamo ad una comunità, perchè credete nelle riforme e perchè pensate che l'Italia è troppo bella per lasciarla in mano a qualcuno che sa solo urlare». «Vi auguro - conclude rivolgendosi agli 'studenti' - di avere la forza di cercare la verità, di avere forza di essere consapevoli che la bellezza che abbiamo è un dono enorme e che è compito del Pd consentire al Paese di non vivere solo di ricordi: grazie al Pd l'Italia sarà importante anche per il futuro».

Ma il premier parla anche di altro. «Lunedì inizia la discussione finale sulle riforme, siamo solo alla sesta lettura...che mancanza di democrazia. Io farò il mio discorso alla Camera», poi si voterà. «E cosa fanno le opposizioni? Propongono un'alternativa? No, chiederanno di non votare perchè è democrazia. La democrazia richiede la decisione, non è che chi decide è anti-democratica. È dove il processo della decisione si blocca che smette di esistere la democrazia e inizia la anarchia». 

«Il Pil è più basso di quello che immaginavamo? Ma l'andamento dice che il prossimo anno sarà +1,2. Siete contenti? Mai! L'economia arranca? Caspita: tra il 2015 e il 2016 la crescita aumenta del 50%...». Così Matteo Renzi a Classe Democratica, scuola di formazione politica del Partito Democratico dove aggiunge: «Veniamo da un periodo in cui le cose andavamo malissimo ora vanno meglio ma apri i giornali, i gazzettini delle opposizioni e trovi delle cose che non sono vere. Non dobbiamo inculcare la nostra verità ad altri ma sapere quella che è la verità», aggiunge.

«Il rapporto tra debito e Pil in questo anno si è sostanzialmente stabilizzato.

Dal 2014 al 2016, con il nostro governo, il rapporto smette di crescere». Lo afferma il premier Matteo Renzi intervenendo a Classedem. «Volevamo buttarlo giù con più determinazione? Può darsi. Ma non stiamo facendo crescere il debito» come dice qualcuno, aggiunge il premier.

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