Il confronto-scontro fra Renzi e Grillo: il testo dei nove minuti di duello in diretta streaming

Il confronto Renzi-Grillo alle consultazioni
di a cura di Sonia Oranges
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Giovedì 20 Febbraio 2014, 08:03 - Ultimo aggiornamento: 08:11
Ecco il testo integrale del confronto-scontro fra Matteo Renzi e Beppe Grillo trasmesso in diretta streaming sul web durante le consultazioni al Quirinale.



Renzi: Vi raccontiamo che cosa vogliamo fare e vi diciamo da subito che, per quello che ci riguarda, noi non vi chiediamo alcun accordo vecchio stile. Nessuno. Nel senso che non siamo a chiedervi il voto di fiducia, non siamo a chiedervi un governo…

Grillo: Mi stai spiazzando.

R: Non te l’aspettavi.

G: Mi stai spiazzando con quest’estrema gentilezza che non mi chiedi niente. Allora perché siamo venuti?

R: Siete venuti….

(pausa, rumori, commessi portano l’acqua)

G: Cosa c’è, cosa c’è, le microspie, togliete le microspie.

R: Scusate, però, stiamo tornando indietro. Si però gentilmente se fate sapere che… (rivolto ai commessi per rumori che vengono dall’esterno). Ti racconto che cosa vogliamo fare… (rivolto a Grillo) Abbassate per piacere, grazie, grazie mille molto gentili. (ai commessi)

G: Di Maio è fantastico.

R: Primo Punto…e lo vedo.

G: E’ fantastico.

R: Tosto Di Maio.

G: E’ fantastico. Napoletano, fantastico.

R: Istituzionale.

G: Una meraviglia. Abbiamo uno che si chiama Fico, alla Rai, che quest’anno aveva un rimborso spese di 30mila euro, per la Vigilanza. Sai quant’ha speso? 183 euro e secondo me ha fatto una crestina di due o tre euro.

R: Bene

G: Ma vero

R: Ti raccontiamo che cosa vogliamo fare nei prossimi quattro mesi. Noi abbiamo il semestre europeo a luglio e l’obiettivo è arrivare a quest’appuntamento per ragionare di una roba diversa. Non credo che ragioniamo allo stesso modo, però vogliamo anche noi cambiare l’idea di Europa, e provare a farlo avendo sistemato le cose a casa, avendo fatto i compiti a casa. Che significa: punto primo, portiamo in discussione al Senato il disegno di legge Delrio sulle province, su cui alla Camera voi vi siete espressi… voi avete fatto ostruzionismo, no forse avete votato contro.

Di Maio: Abbiamo votato contro.

R: Si avete votato contro, chiedo scusa.

G: Posso interrompere un sacco?

R: No

G: Perché i piani, i programmi…

R: Aspetta, però. Fammelo dire prima, poi mi interrompi…

G: Non sono venuto qua a parlare di programmi.

R: E però fammelo…

G: I programmi non sono….

R: Però facciamo un po’ per uno. Bisogna che prima parli io, poi parli te. Facciamo un po’ per uno, per correttezza.

G: No.

R: Non è possibile.

G: No.

R: Mi fai finire di parlare…

G: Io dico questo. Io sono venuto qua per dimostrarti qualcosa in una maniera educata…

R: E ti sono grato

G: …gioiosa, emotiva, appassionante, ed è la prima volta che mi succede di non dare la fiducia a una persona come te. Non perché sei tu, ma per quello che rappresenti: tu rappresenti le banche, i poteri forti, dici una cosa e poi la smentisci il giorno dopo, sei un ragazzo giovane ma allo stesso tempo vecchio. Io ti ho preso molto in giro, se ti sei offeso mi dispiace.

R: Non mi sono offeso.

G: Ci siamo fatti delle battute insieme.

R: Non mi sono mai offeso in vita mia.

G: Noi siamo all’opposto vostro.

R: E io ho sorriso alla grande.

G: Noi siamo i conservatori qua: noi vogliamo l’acqua pubblica, tu la vuoi privatizzare; tu vuoi vendere l’Eni, l’Enel; tu vuoi svendere la nostra sovranità, noi la vogliamo mantenere; tu parli di Europa, ma l’Europa va cambiata perché si cambia in Europa per cambiare l’Italia.

R: Ci arriviamo subito, su tutti i punti. Ti chiedo soltanto un passaggio…

G: Ma io non voglio, scusa.

R: Questo però non è il trailer del tuo show.

G: No, non è uno show.

R: Non so se sei in difficoltà sulla prevendita.

G: Ma và!

R: Vorrei che prima tu ascoltassi…

G: Ahahaha

R: Se sei in difficoltà sulla prevendita ti diamo una mano.

G: Sì mi dai una mano dai, fammi una cortesia.

R: Questo non è…

G: Ti mando degli omaggio. Lascia stare.

R: Ma no.

G: Sui programmi, tu non sei una persona credibile.

R: Benissimo.

G: Quindi qualsiasi cosa dici, non è credibile da parte mia e da parte nostra.

Delrio: hai davanti tre sindaci, dai.

G: (indicando Renzi) Non vuol dire nulla, io parlo con lui.

R: Buoni, andiamo con ordine.

G: (a Delrio) Tu pensa alla differenziata a Reggio Emilia.

Delrio: Appunto.

R: Quanto hai di differenziata a Reggio Emilia?

Delrio: 60.

G: Sì, bravo. Bene allora fate i sindaci. Siete eletti per fare i sindaci, non per fare queste cose.

R: Ragazzi, serenità.

G: Se io ti dò il voto per fare il sindaco, fai il sindaco. Però adesso io ti sento, per educazione ti sento.

R: Perché il gesto che hai fatto io lo rispetto.

G: Va bene

R: Ti segnalo soltanto che io per i tuoi spettacoli non ho mai chiesto omaggi.

G: Ma lascia perdere i miei spettacoli.

R: Perché sono sempre venuto, mi sono sempre piaciuti.

G: Li fai tu gli spettacoli in televisione, non li faccio io.

R: Benissimo.

G: Sai che ogni volta che giro canale ci sei…

R: E mi dispiace.

G: …e fai la macchietta.

R: E può darsi.

G: Una volta dici: mai fare mai le scarpe a Letta. E poi è successo quello che è successo. Mai andare al Governo senza le elezioni…

R: Beppe…

G: Poi dici: entro il 15 la riforma elettorale.

R: Ascoltami…

G: Non sei più credibile.

R: Perfetto.

G: Perché rappresenti della gente di cui noi siamo nemici fisici.

R: Tu hai visto ieri che è successo? Due ragazzi si sono uccisi per mancanza di posti di lavoro.

G: No guarda…

R: Te lo dico io.

G: No questa cosa del dolore, lascia stare, io ci sono in mezzo. Tu hai una cosa meravigliosa: fai dei copia e incolla di cose meravigliose, hai delle idee straordinarie, prendi il camper… chi te l’avrà detta questa idea? Bellissima. Poi giri in bicicletta, giri con la macchinina, ti attorni, vai in mezzo alla gente e dici: non ho bisogno della scorta, perché la mia scorta sono i cittadini.

R: Ti è piaciuta?

G: Meravigliosa.

R: Possa parlare adesso?

G: No. Io non ti faccio parlare. Io sono venuto a manifestarti la nostra indignazione totale per quello che tu rappresenti…

R: Perfetto.

G: …il sistema che rappresenti.

R: Benissimo.

G: A noi non interessa. Perché faremo degli errori, ma siamo coerenti con quello che diciamo. Io ho: detto non prendiamo soldi. E abbiamo rinunciato a 42 milioni. Tu hai detto: risparmiamo un miliardo con il Senato. E non è vero, perché il Senato costa 560 milioni, non un miliardo.

R: Posso…

G: Poi parli tu e non parlo più. Abbiamo rinunciato a metà stipendio, abbiamo fatto un conto per la piccola e media impresa. Non voglio neanche spiegarti il nostro programma, perché ce ne hai preso una metà e ti faccio tanti auguri se riesci a metterlo in atto.

R: Benissimo.

G: Il fatto è che tu non sei più credibile, perché rappresenti De Benedetti, rappresenti gli industriali, rappresenti gente che ha disintegrato questo Paese. Puoi essere giovane, ma non sei giovane. L’altra volta ti ho sentito dire, per esempio: basta andare al bar e fare rinfreschi. L’hai detto: non fare rinfreschi. E’ una politica nuova.

R: Posso?

G: L’hai detto tu. Benissimo Quando eri presidente della Provincia hai speso 20 milioni in rinfreschi, in cinque anni.

R: Non è vero. Stai attento. E’ tutto on line.

G: (rivolto a Delrio) Io non voglio parlare con te, voglio parlare con lui (indicando Renzi).

R: E però bisogna che tu ascolti.

G: (a Delrio) Poi io e te ci mettiamo al bar e ci abbracciamo e parliamo di figli. A Lui (indicando Renzi) voglio dire che non ha la nostra stima. Noi siamo i conservatori, vogliamo l’acqua pubblica, la sanità pubblica…

R: Beppe, è la stessa di prima…

G: No. Tu vuoi fare Tav, grandi lavori, cemento. Basta, non hai neanche un’idea di come potrebbe essere il mondo.

R: Ok.

G: No, no.

R: Tocca a me, però. Hai detto che mi fai parlare.

G: No, non ce l’hai un idea….

R: Sono d’accordo.

G: Passare alle rinnovabili, non sai neanche che cosa sono. Se parliamo di queste cose, non sai neanche cosa sono.

R: Beppe ora tocca a me.

G: Ora parla. Ti do un minuto, però.

R: Caspita.

G: Non ho tempo per te.

R: Non hai tempo…Scusami, Beppe in un minuto ti dico…

G: No ma io non sono democratico.

R: Sì ma un minuto dammelo.

G: Ma io non sono democratico con voi.

R: Scusa tu mi dai un minuto: tu sei qui perché il tuo popolo…

G: Se mi parli di spettacolo, ti interrompo. Faccio come Gasparri.

R: Sei un incrocio tra Gasparri e Biancofiore, in questo momento. Mi dai un minuto e poi ci salutiamo, se questo è l’obiettivo. Il minuto te lo dico così: il tuo popolo, sul tuo blog…

G: Io non ho popolo.

R: Il tuo popolo, sul tuo blog, ti ha detto che dovevi venire qui, quando tu avevi detto il contrario.

G: Il popolo tu l’hai offeso dicendo che erano degli squadristi.

R: In trenta secondi ti dico che noi vogliamo superare le Province…

G: Non è vero.

R: …il Senato, il Titolo V…

Di Maio: Con il disegno di legge Delrio volete superare le Province? Non le abolirete le Province.

R: Luigi se vogliamo discutere nel merito, parliamone.

G: (indicando di Maio) Fai parlare lui

Di Maio: non le abolirete le Province

R: Luigi ne parliamo volentieri.

G: …che io dico a loro che cosa possono dire e che cosa non possono dire. Bravi, pensate questo.

R: (ai suoi) Stiamo parlando di uno dei più grandi, sta cercando di provocare. Lasciatelo fare.

G: No non ti sto provocando, sei un ragazzo, c’ho 40 anni di mestiere, se volessi provocarti…

R: Io sono uno di quelli che pagava il biglietto per venire ad ascoltarti… Ascoltami

G: Tu ci hai messo nel tuo loft insieme a un pregiudicato, insieme a Verdini che è uno della massoneria di Firenze, a fare la legge elettorale. Tu sei una persona buona che rappresenta un potere marcio, che noi vogliamo cambiare totalmente…

R: Beppe…

G:..quindi…

R: …almeno un minuto me lo devi dare.

G: Non te lo do più.

R: Caspiterina.

G: Mi alzo e ti dico con gioia che non abbiamo nessun tipo di fiducia in te e nel tuo sistema.

R: Benissimo.

G: Io non sono più democratico, con uno come te…

R: No, non lo sei mai stato. Per cui non è un problema.

G: …perché bypassi il parlamento, fate decreti legge…

R: Io faccio decreti legge? Non sono mai entrato in aula ancora, Beppe! Fermati.

G: Bisogna informare la gente su che cos’è un decreto legge e su cosa ci mettono dentro: nel femminicidio ci mettono la tav, allora devi votare tutto insieme, il pacchetto.

R: Beppe…

G: Sette miliardi e mezzo alle banche…

R: Esci da questo blog, esci da questo streaming Beppe. Questo è il luogo dove c’è il dolore vero delle persone. Smettila su questo tema.

G: Ma quale dolore…

R: C’è bisogno di affrontare le questioni reali.

G: E’ finita.

R: E finita. Buona giornata. E’ stato un piacere vedervi.

G: E’ stato un piacere per tutto.

R: In bocca al lupo.

G: Vi do la mano e spero di vedervi in altre sedi.
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