Renzi-Grasso, duello sul Senato. Il premier: chi mi blocca farà i conti con gli elettori

Matteo Renzi
di Marco Conti
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Lunedì 31 Marzo 2014, 09:34 - Ultimo aggiornamento: 10:37

Troppa gente vive di politica e questo lo cambieremo. O qualcuno le spiegher ai propri elettori. Renzi considera la sortita di Grasso un assist, in quanto fa finalmente emergere chi vuol rispettare l’impegno con i cittadini.

«E chi invece vuole continuare a prenderli in giro». In quella che il premier considera «la battaglia finale», il presidente del Senato viene definito dal mondo renziano come «l’ultimo dei mohicani», «il segretario del partito conservatore di sinistra» che «ha offerto sponda all’appello del gruppo di intellettuali di sinistra che si sono scagliati contro le riforme istituzionali messe in cantiere dal governo-Renzi. Un po’ il presidente del Consiglio se l’aspettava perché, a suo giudizio, la riscrittura dei poteri di palazzo Madama «toglie a molti il diritto di veto». «Indietro non si torna», è però lo slogan che oggi il presidente del Consiglio ribadirà nella conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri che varerà i ddl costituzionali che cancelleranno il bicameralismo, rivedranno le competenze Stato-regioni contenute nel Titolo V della Costituzione, e cancelleranno il Cnel con i suoi 66 consiglieri

DISAFFEZIONE

Una mannaia sulla pletoricità istituzionale sulla quale il presidente del Consiglio ci ha messo la faccia molto più che sul taglio dell’Irpef: «Lascio la politica se non ci riesco». Un modo per mettersi in sintonia con quella crescente massa di elettori che un certo tipo di politica l’hanno lasciata da tempo disertando le urne. Il sondaggio effettuato dall’istituto di ricerca Demopolis per La7 conferma la popolarità della riforma che oggi presenterà il ministro Maria Elena Boschi. Secondo quei dati il 76% degli italiani dice sì a trasformare il Senato in camera delle autonomie non elettivo, anche se solo il 40% crede si possa arrivare anche stavolta al risultato.

Renzi è però convinto di farcela e l’elevarsi del tono dello scontro gli fornisce argomenti per intestarsi una battaglia molto popolare e sulla quale è pronto anche a mettere in gioco il governo e la legislatura. E’ per questo che Renzi è ben contento di trasformare la guerra sotterranea in corso da tempo, in battaglia a tutto campo. Ieri la sortita di Grasso gli ha dato l’occasione giusta per un corpo a corpo cercato. «Se invece di un’intervista fosse intervenuto in aula forse sarebbe stato meglio», sostiene Maria Stella Gelmini esponente di Forza Italia, partito che oggi presenterà una sua proposta di riforma. A Renzi la forma interessa meno, anche se qualcuno dei suoi trova «curioso» che un presidente del Senato «si metta a fare il capogruppo sostenendo che in aula non ci sarebbero i numeri». D’altra parte, pallottoliere alla mano, sinora sono ventisei i senatori venuti allo scoperto, anche a costo di passare per «parrucconi» o di difensori di «un sistema barocco», per dirla con il sottosegretario Graziano Del Rio.

PRESEPE

Più cauto dei venticinque senatori del Pd è il capogruppo Luigi Zanda: «Mi sembra profondamente sbagliato sparacchiare sulle riforme prima di conoscere il testo. Stiamo modificando l’assetto legislativo che il primo potere di tutte le democrazie - aggiunge il capogruppo - è quindi legittimo discutere, ma facciamolo su un testo definitivo e non su voci». E’ probabile che ”il presepe” - per dirla con De Filippo - non piaccia a prescindere a chi sa di dover votare la propria soppressione sin dalla prossima legislatura. E’ per questo che tra le più malevoli letture della sortita di Grasso oltre a vederci l’ombra del Quirinale - irritato per non aver avuto modo di leggere il testo della riforma prima del consiglio dei ministri - scorge anche una sorta di candidatura dello stesso Grasso per la presidenza della Repubblica visto che palazzo Madama conserverà questa importante competenza.

Resta il fatto che lo scontro è destinato a diventare trasversale e molto interno ai partiti. A Renzi ieri è stato fatto notare che alle perplessità dell’ex ministro Quagliariello si contrappone l’entusiasmo via twitter di Alfano. Analogo problema in FI con gli azzurri Sisto e Napoli che si scagliano contro Grasso mentre il collega senatore Matteoli ne sposa le tesi.

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