Per quanto riguarda il referendum «a mio avviso lo spacchettamento non sta in piedi - ha spiegato il premier - nel senso che capisco che semplificherebbe la comprensione se la domanda fosse secca ma è in ballo la Costituzione e la Costituzione ha delle regole e la maggioranza dei giuristi dicono che non è possibile spacchettare e fare il referendum à la carte». Ma il premier rifiuta il parallelismo tra referendum e Brexit. «Non credo sarà la stessa cosa: in Gb si è svolto un referendum sull'Europa e a mio avviso si è data all'Ue la colpa di tutto quello che non è successo. Il referendum italiano è un'altra cosa: sono 30 anni che si dice che vanno fatte le riforme costituzionali perchè abbiamo il parlamento più numeroso e costoso del mondo e io farò di tutto perché si voti nel merito».
Renzi ha anche parlato del rapporto con il neosindaco di Roma Virginia Raggi: «Io la Raggi non l'avrei votata. Ma adesso è sindaco. Io faccio gli auguri a chi ha vinto, l'ho sentita al telefono e ho espresso piena disponibilità a dare una mano perché prima delle divisioni di parte c'è il paese e l'Italia».
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