Sicilia, revocati domiciliari a Cateno De Luca: potrà insediarsi all'Ars. ​«Mi candido a sindaco di Messina​»

Cateno De Luca: al deputato regionale siciliano sono stati appena revocati gli arresti domiciliari
di Mario Meliadò
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Lunedì 20 Novembre 2017, 17:21 - Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 14:57

«Buongiorno. Vedete che sono un uomo libero, state tranquilli: un minuto fa il gip ha revocato l’arresto, ha revocato il sequestro, ha sconfessato sostanzialmente tutte le porcherie che abbiamo subito in questi giorni». Davvero “non cambia mai”, il deputato regionale dell’Udc Cateno De Luca: appena il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Messina Carmine De Rose ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti suoi e di Carmelo Satta (l’ex “numero 1” della Fenapi, la Federazione nazionale Piccoli imprenditori, arrestato col politico messinese per una presunta evasione fiscale da un milione 700mila euro), sostituendola col divieto d’esercizio di posizioni apicali nell’Ente coinvolto nell’inchiesta, Cateno De Luca ha pensato immediatamente di girare un video e diffonderlo su Facebook.

Proprio quanto il giudice gli aveva specificamente vietato, aggravando la misura cautelare, dopo alcuni giorni d’arresti in casa e d’intense “esternazioni” via social network da parte del politico.
 
«Ho bisogno di due-tre giorni per completare le denunzie che stiamo depositando, perché stiamo denunziando tutti – gongola De Luca nel video, chiedendo ai cybernauti di pazientare un po’ per poter avere sue ulteriori notizie – per falso in atti giudiziari, per infedele patrocinio, per calunnia: ce n’è per tutti». E ancora: «Abbiamo un conto aperto con alcuni personaggi al Tribunale di Messina, noi non stiamo assolutamente col capo chino: noi denunziamo qualunque tipo di mafia, anche quella giudiziaria», lancia il suo “guanto di sfida” l’ex sindaco di Fiumedinisi, che già il 10 novembre scorso s’era tolto una gran bella soddisfazione in termini processuali, col proscioglimento «perché il fatto non sussiste» rispetto al cosiddetto “sacco” del suo paese. 

«Abbiamo depositato già due esposti, domani faremo il terzo. Ma non perché io voglia vendicarmi - puntualizza il membro dell'Ars, sempre in un video postato su Facebook - non me ne frega niente di questi "poveri" personaggi. Ma non è pensabile che a Messina ci sia questo clima quasi mafioso e che tiene in ginocchio la città. Qui le vendette sono all'ordine del giorno. Un perseguitato, io? Giudicate voi: in sette anni, 15 procedimenti penali. Ma il mio impegno politico continua, e mi candiderò a sindaco di Messina, perché è una città che ha bisogno d'essere liberata, e attraverso Messina va liberata l'intera Sicilia». 
 
Oltre alla revoca degli arresti domiciliari in sé, l’altra buona notizia per De Luca è che paiono esserci tutte le condizioni per un “sereno” insediamento, previsto peraltro per il prossimo mese di dicembre. Secondo qualificate fonti giuridiche, il deputato regionale Udc avrebbe comunque potuto “ufficializzare” l’inizio del suo mandato, perché per l’atto d’insediamento non è necessaria la presenza fisica del destinatario. In questo modo, tuttavia, per il primo dei non eletti della lista “Sicilia Vera-Libertas-Rete democratica-Udc” Danilo Lo Giudice non si accenderà neppure il lumicino della speranza di una sospensione di De Luca ai fini di un proprio subentro, anzi Cateno De Luca potrà presenziare personalmente alla cerimonia e poi iniziare a svolgere in maniera del tutto normale il proprio mandato all’Assemblea regionale siciliana.
 
Giuridicamente, l’arresto di Cateno De Luca era stato un episodio senza precedenti: s’è trattato infatti del primo deputato dell’Ars raggiunto da misura cautelare ancor prima dell’insediamento, anzi prima della stessa proclamazione e dunque, sotto il profilo squisitamente tecnico, senza ancora essere “diventato” un  deputato regionale.

Una circostanza che avrebbe potuto determinare problemi tecno-giuridici pure rispetto alla possibile sospensione di De Luca ai sensi della “legge Severino” (deputati o consiglieri regionali devono essere sospesi non solo in caso di condanne anche non definitive per reati contro la Pubblica amministrazione, sancisce la norma, ma anche in caso di misure coercitive come la custodia cautelare in carcere o gli arresti domiciliari) visto che, ovviamente, per sospendere qualcuno da una carica occorre che prima vi si sia insediato.

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