Renzi rilancia: l'Italia sotto attacco dei tifosi della Brexit

Renzi rilancia: l'Italia sotto attacco dei tifosi della Brexit
di Marco Conti
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Venerdì 25 Novembre 2016, 08:03 - Ultimo aggiornamento: 26 Novembre, 15:57

Soddisfatto e molto galvanizzato, Matteo Renzi si è presentato così al Consiglio dei ministri di ieri pomeriggio. Pochi minuti, il tempo di avviare la riunione, e poi il presidente del Consiglio si è ritirato a discutere con Renzo Piano, architetto e senatore a vita, della ricostruzione nelle zone del terremoto. «Il vento è cambiato e lo si percepisce anche da come reagiscono i nostri avversari», ha sostenuto ieri Matteo Renzi lasciando Cassino. «Parlare del merito della riforma» e non degli scenari del dopo o di quello che si sarebbe dovuto fare o si potrebbe fare», è l'input che da giorni arriva da Palazzo Chigi.

TITOLI
La convinzione è che più si avvicina la data del voto e più quel blocco moderato, che solitamente fa la differenza, sceglie sulla base del contenuto e non degli schieramenti politici. Al «ceto medio», che avrebbe più danni dall'eventuale vittoria dei No, Renzi si è rivolto ieri anche dallo stabilimento Fca di Cassino. Un appello che nei giorni a venire sarà ancora più stringente e che arriverà anche a fare i conti in tasca alle famiglie qualora vincano i No. La salita dello spread, avvenuta nelle ultime settimane al punto che l'Italia ha ormai sorpassato la Spagna sulla scala della pericolosità. Il rincaro delle polizze sui titoli e le tensioni sui titoli pubblici italiani, non sono argomenti che il premier ha utilizzato in campagna elettorale. Ma che ci sia tra gli investitori il partito della stabilità e quello dello sfascio è per palazzo Chigi confermato dalla sortita del settimanale britannico Economist che ieri ha invitato gli italiani a votare No con argomentazioni da volantino. E' lo stesso settimanale - è l'analisi condivisa a palazzo Chigi - che ha tifato per la Brexit e che da mesi scrive che l'Italia è l'anello debole dell'Europa e che una sua crisi, data per prossima, farà saltare l'euro.

D'altra parte che Londra non sia più interessata all'Europa è noto. Non solo, il deprezzamento vorticoso della sterlina e il costo della Brexit, stimato in settanta miliardi, spingono gli analisti a cercare anelli deboli che possano far saltare la moneta unica e rimettere in discussione quel mercato unico dove gli inglesi vorrebbero restare. E' evidente che se il 4 dicembre l'Italia non risultasse «il malato d'Europa», il destino del Regno Unito tornerà ad essere il nodo centrale sul quale la speculazione potrà sbizzarrirsi.

Malgrado Renzi continui a pensare di essere inadatto a guidare governi di transizione o balneari, dopo l'incontro al Quirinale di ieri l'altro, il premier ha smesso di dirlo e ha invitato tutti ad abbassare i toni. Il pressing di alleati e ministri, la moral suasion del Colle lo hanno spinto ad archiviare le considerazioni sul dopo, ma non hanno modificato le sue considerazioni che comunque terranno conto anche delle percentuali finali. Ieri il ministro Boschi ha detto che in caso di vittoria di misura del Sì Renzi dovrà lavorare per ricucire lo strappo nel Paese. Qualora la vittoria di misura fosse del No, Renzi dovrà ragionare sui milioni di voti che avrà conquistato e che, a differenza del fronte del No, saranno tutti suoi e dell'alleato centrista.

Le dimissioni di Renzi, che ieri il capogruppo di FI alla Camera ha pronosticato anche prima del 4 dicembre, saranno però difficilmente evitabili in caso di vittoria del No che comunque Renzi ritiene ancora scongiurabile.

VITTORIA
Che la partita sia ancora molto aperta lo conferma anche l'oscillante Silvio Berlusconi, leader dell'unico partito d'opposizione che non chiede le elezioni anticipate e vuole che Renzi resti al suo posto. Il Cavaliere è alla caccia di un nuovo accordo con Renzi, ovviamente dopo la sua sconfitta. Un nuovo patto del Nazareno che permetterebbe alla legislatura di proseguire arrivando oltre marzo del 2018 quando il Cavaliere potrà chiedere la riabilitazione, ex legge Severino, e tornare ad essere eleggibile. Il pressing sulla Corte di Giustizia europea, affinché si occupi del ricorso presentato dall'avvocato Ghedini contro la retroattività della legge Severino, rischia infatti di non arrivare in tempo per la prossima primavera.