Reati e ipocrisie/Quella mano invisibile che guida i migranti

di Carlo Nordio
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Sabato 8 Settembre 2018, 00:24
Ècorretto dire che i settanta (o più) migranti sbarcati dalla nave “Diciotti” sono fuggiti? I responsabili dell’accoglienza e alcuni commentatori hanno detto di no, perché non erano detenuti: è un grave errore, perché non si è parlato di evasione, ma di “fuga”.Un termine usato dalla stessa Chiesa per chi “fugge” dalla miseria, dalla guerra e dalla fame. 
Ed è il termine che vorremmo usare noi, per indicare chi fugge dalle proprie responsabilità civili, prima ancora che giuridiche. Come appunto questi migranti, che dopo aver chiesto e ottenuto vitto, alloggio e assistenza si sono subito dileguati per le strade di Roma, per dirigersi poi, forse, verso amici e parenti già in Italia o altri Paesi. Con la conseguenza che l’Europa ci rimprovererà di non saper controllare questi flussi disordinati, mentre il nostro ministro dell’Interno è paradossalmente inquisito per sequestro di persona, e altro, proprio per aver cercato di fermarli. 
Un enigma costituzionale che coinvolge il sacrosanto principio della separazione dei poteri, perché, comunque la si veda, l’indagine verte su una scelta squisitamente politica - la strategia sui flussi migratori, appunto - per la quale si è ricevuto un esplicito mandato da parte dei cittadini e di cui casomai è doveroso rispondere in Parlamento.


Ma è discutibile che si possa farlo in Tribunale. Insomma, un pasticcio di cui il nostro Paese, e stavolta non per colpa del governo, pagherà il conto in termini di prestigio e di credibilità. Forse sarebbe bene rifletterci sopra, esaminando senza pregiudizi sentimentali la dinamica di questi sbarchi. Partiamo dall’origine: molti di questi poveretti scappano, è vero, dalla guerra e dalla fame. Ma se guardiamo bene i loro percorsi ci sorgono una serie di dubbi. Per esempio: come fanno ad attraversare, poveri e affamati, mezza Africa, (dalla lontana Eritrea, passando per il Sudan, fino alla Libia) senza soccorsi e senza trasporti? E qui nasce la prima domanda. Non è che sono scelti, invogliati e magari costretti da una sorta di Mano Invisibile, che ha organizzato questo esodo con cinico raziocinio? Non basta. Questi viaggi costano dai tre ai cinquemila euro a persona. Dove trovano, questi sfortunati, una cifra così esorbitante, che li renderebbe ricchi nel loro paese, per di più - stando al loro racconto - dopo essere stati torturati, e se donne stuprati, nell’inferno libico? E ancora: è possibile che in ogni imbarcazione si trovino, in regolare sequenza, le stesse percentuali di donne, magari incinte che denunciano violenze, e di bambini? Non è che i trafficanti li collocano a bordo calibrandone il numero con la premeditata spregiudicatezza di chi è disposto a buttarne qualcuno a mare per sollevare il nostro sdegno e sollecitare la nostra carità? E infine: è ancora possibile parlare di naufragi e soccorsi in mare, così come sono interpretati dalle nostre coscienze e disciplinati dalle leggi internazionali, quando questi affondamenti sono sapientemente programmati nel tempo, nel luogo e nelle conseguenze? Queste domande sono brutali e sollevano, nelle anime belle, l’accusa di razzismo. Bene, rispondiamo che questi migranti non sono mai stati accolti - da nessuno - per carità cristiana. Sono stati accolti per rassegnata impotenza. Se noi fossimo buoni, non lasceremmo a questa Mano Invisibile la scelta di chi può imbarcarsi e chi no. Perché, siamo sinceri, vecchi, malati e più semplicemente chi non ha soldi per pagarsi il viaggio resta lì, nella nostra ipocrita indifferenza. Mentre quelli che arrivano a credito sono quasi costretti a delinquere per pagare gli scafisti pronti a tagliare loro la gola. E poi, perché continuare a parlare di costoro come “miserabili mercanti di carne umana? L’opinione corrente li condanna, e la legge li punisce: ma se davvero fossero lo strumento per salvare le vittime della guerra e della fame, non dovemmo piuttosto premiarli? Non è anche questa ipocrisia? Concludo. Questa Mano Invisibile che pianifica, organizza, sfrutta e se necessario uccide questi poveretti non nasce dal caso . Nasce dal principio comune a tutte le organizzazioni criminali : che quando il delitto rende, ogni mezzo è buono per farlo rendere di più. E cosa hanno fatto negli anni passati l’Europa e l’Italia, almeno prima che arrivasse Minniti, con i loro proclami un giorno soccorrevoli, un giorno severi, ma sempre velleitari e inefficaci? Niente. Parole, parole, solo parole. Ora i nodi sono arrivati al pettine con una figuraccia che discredita un po’ tutti i patrocinatori dell’accoglienza incondizionata. Non c’è da meravigliarsi che , secondo gli ultimi sondaggi, la popolarità del Ministro Salvini, benché indagato, o forse proprio per questo, si avvicini pericolosamente a quella del Papa.
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