Rai, polemica sul canone. Renzi: abolirlo. Calenda: così è una presa in giro

Rai, polemica sul canone. Renzi: abolirlo. Calenda: così è una presa in giro
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Venerdì 5 Gennaio 2018, 13:10 - Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 13:49
L'abolizione del canone Rai sarebbe una «partita (presa) di (in) giro». Lo afferma il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda in un tweet. «Spero - scrive il ministro - che l'idea di abolire il canone Rai sostituendolo con un finanziamento dello Stato non sia la proposta del Pd per la campagna elettorale. I soldi dello Stato sono i soldi dei cittadini e dunque sarebbe solo una partita (presa) di (in) giro».

La presa di posizione del ministro, spesso critico con Matteo Renzi, segue una indiscrezione riportata oggi da Repubblica, secondo la quale il segretario del Pd vuole l'abolizione del canone Rai, una tass che vale circa 2 miliardi di euro di gettito. «#CanoneRai prima del nostro governo aumentava ogni anno. Nel 2014 era a 113?. Adesso è a 90?. Pagare meno, pagare tutti. Si può garantire servizio pubblico abbassando i costi per i cittadini: abbiamo iniziato a farlo, continueremo. Non facciamo proclami, noi parliamo coi fatti». Scrive su Twitter il segretario del Pd Matteo Renzi, intervenendo nel dibattito su una possibile proposta di abolizione del canone Rai. «Quando siamo arrivati al Governo, il #canoneRai costava 113?. Adesso costa 90?. Perché se pagano tutti, paghiamo meno», ribadisce Matteo Renzi anche con un post su Facebook. «E la lotta contro l'evasione è una delle battaglie di questo anno che rivendichiamo con maggiore forza». «Si può garantire il servizio pubblico abbassando il costo per i cittadini: mi sembra giusto e doveroso. E noi abbiamo la credibilità per farlo perché abbiamo iniziato ad andare in questa direzione. Continueremo. Non ci interessano i proclami e le polemiche di giornate: per noi parlano i fatti. Avanti, insieme», conclude.

Poi Calenda ha insistito sempre su Twitter: «1) Governo Renzi ha messo canone in bolletta e non si può promettere in campagna elettorale il contrario di quello che si è fatto al Governo. 2) Se si vuole affrontare la questione del canone allora si ragioni su privatizzazione Rai altrimenti è presa in giro. 3) Non capisco perché, dopo aver fatto tante cose serie e buone per la crescita, gli investimenti e l'occupazione, vedi dati Istat di oggi, si debba ricadere sulla linea delle promesse stravaganti a tutti su tutto. È un peccato». «Come noto io sono favorevole alla privatizzazione. Ma questo è il tema. Il messaggio levo il canone ma finanzio con fiscalità generale gioca su uno dei grandi problemi dell'Italia: considerare i soldi dello Stato qualcosa che non ha a che fare con i soldi dei cittadini», ha detto ancora il ministro.

«Non posso commentare una proposta basata su una indiscrezione. Mi meraviglia anche la fretta con cui si dà tutto per certo ed il tono di alcune reazioni», commenta il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli. «Quello che so è che il governo Renzi con la riforma del canone in bolletta ha recuperato l'evasione e abbassato il costo per i cittadini onesti che lo pagavano».

«La riforma del canone in bolletta ha avuto come obiettivo principale quello di far pagare meno i cittadini, non è stato un semplice vezzo - scrive su Facebook il deputato del partito democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di vigilanza Rai -. Per la prima volta nella storia della Rai, grazie al Governo Renzi il canone è diminuito, passando da 113,5 a 90 euro. Un taglio senza precedenti. È questo che il ministro Calenda farebbe bene a rivendicare, non una semplice modifica alla modalità di pagamento. In quest'ottica - prosegue Anzaldi - va vista l'opportunità di abolire definitivamente l'imposta della tv: far risparmiare ancora i cittadini, come con l'abolizione della tassa sulla prima casa Imu/Tasi. Via il canone che oggi costa 2 miliardi, risorse transitorie alla Rai per 1,5 miliardi (come oggi) con risparmi e tagli senza un euro in più di spesa pubblica, revisione tetti pubblicitari, stop al pagamento dei cittadini, risparmio immediato di 500 milioni. Discutiamo di questo, non di privatizzazione».

«Dopo il canone in bolletta - sostiene ancora il deputato dem - sono state garantite alla Rai, grazie all'azzeramento dell'evasione, risorse certe per oltre 1,5 miliardi di euro. Queste risorse vengono impiegate in maniera oculata, con l'obiettivo di modernizzare i processi produttivi? In realtà in questi anni non abbiamo visto niente di tutto ciò: i super stipendi sono rimasti, continuano i milionari appalti esterni sebbene la Rai abbia migliaia e migliaia di risorse interne spesso non impiegate, rimangono sprechi che non hanno eguali in nessuna altra tv, il pubblico di riferimento continua a invecchiare e non si vede traccia di innovazione».

«Ormai se ne sparano tante, questa del canone mi sembra una come tante altre: non si può valutare un problema in questo modo, senza approfondirlo e valutarne le conseguenze». Così il leader di Liberi e Uguali Pietro Grasso.

«Carlo Calenda schiaffeggia mister Etruria Matteo Renzi. Buio per il Fiorentino. E comunque, per la cronaca, canone in bolletta è arrivato con i suoi millegiorni. Dicesi incoerenza», scrive su Twitter Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.

«Abolire attuale canone Rai alzando tetti pubblicità: idea a me cara che però deve portare a progressiva privatizzazione. Servizio pubblico va riconosciuto a chiunque lo svolga. Privatizziamo la Rai per toglierla a partiti ed evitare che la faccia fine di Alitalia», sostiene su twitter il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, di +Europa con Emma Bonino.

«Ma che bravo Renzi. Solite pagliacciate. Il suo governo impose il pagamento del canone Rai in bolletta in modo che tutti fossero costretti a pagarlo. Il suo partito annuncia che lo abolirà. Benvenuto nel club, ma non lo farai tu perché perderai le elezioni. E magari la prossima volta prometti pure lo stop alla lottizzazione. Intanto telefona a Fazio e digli di risparmiarci pure Gentiloni», afferma Francesco Storace.

«E puntuale come un orologio svizzero parte la campagna elettorale e arriva l'attacco alla Rai. È un copione che si ripete anni. Segnaliamo che laddove si è abolito il canone il Servizio Pubblico è stato fortemente ridimensionato. A tutto vantaggio dei privati. Se questo è l'obiettivo basta dichiararlo apertamente». È la presa di posizione dell'Usigrai. «Del resto - continua l'esecutivo del sindacato dei giornalisti della tv pubblica in una nota - è curioso che prima si mette il canone in bolletta e poi si propone di abolirlo. Vuol dire non avere idee. E infatti ogni volta che abbiamo chiesto un confronto serio su progetti, riforme, innovazione per rilanciare la Rai servizio pubblico, sono spariti tutti. E infatti: i limiti antitrust non si toccano, il sic non si tocca, il conflitto di interessi non si tocca, ma si attacca la Rai. Già riportata in questi anni ancor di più sotto il controllo del governo, in aperto contrasto con più sentenze della Corte costituzionale». Per il sindacato dei giornalisti di Viale Mazzini, «invece si buttarla come sempre in rissa, sarebbe bastato ripartire dal Ddl di riforma della Rai che porta il nome dell'attuale presidente del Consiglio. Ci aspettiamo una dura presa di posizione pubblica da parte dei vertici Rai. A difesa dell'autonomia e del futuro dell'azienda. E anche per ricordare che il canone in Italia è il più basso d'Europa e ormai finanzia anche le tv private locali. Il silenzio sarebbe complice. E il rifiuto di farci vedere gli atti del ricorso contro il taglio di 150 milioni assumerebbe a quel punto un suono sinistro».


 
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