Rai, Gubitosi e quel mancato incontro con Renzi

Gubitosi
di Claudio Marincola
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Lunedì 23 Marzo 2015, 06:28 - Ultimo aggiornamento: 09:36
È arcinoto che se i muri di viale Mazzini potessero parlare non si saprebbe da dove cominciare. Ma è soprattutto in questi ultimi giorni che girano racconti, sfoghi personali, nervosismi.



Dopo la Rai dei professori, dopo la Rai della Lady di ferro, dopo la Rai dell'Ulivo, l'attuale direttore generale rischia di passare come il dg che non riuscì mai a incontrare il presidente del consiglio. Un primato. Tanto più che e Renzi di questo mancato incontro, più di una volta se n'è fatto un vanto. Come dire: “io non ho fatto come gli altri, non solo non ho chiesto nulla e non sono andato a lamentarmi, ma quel signore non lo ho neanche ricevuto”.



Uno sgarbo? Al contrario. Per il Rottamatore alzare un barriera, tenersi a debita distanza, è un segno di liberalità e trasparenza. ”Vedete? io sono diverso, non mi faccio contaminare, ripudio la ferocia dei lottizzatori”. Questo mancato incontro ha creato attese, generato un vuoto, alimentato il gossip. Per un lungo periodo è girata persino la voce che Gubitosi avesse cercato al telefono Renzi e il premier si fosse negato.



Leggende che circolano tra i tavolini del Settembrini Caffè ma che sia Palazzo Chigi sia viale Mazzini considerano senza fondamento . È vero invece il disappunto di Gubitosi. Il dg aveva masticato amaro quando ha sentito dire al presidente del consiglio, in piena conferenza stampa, che alla Rai serve un capo azienda dotato di poteri veri, quelli che solo una spa ordinaria può conferirgli. Per espletare una gara con l'attuale status si impiegano tempi biblici. Negli ulTimi tempi i rapporti con il governo però sono filati lisci. E la prossima settimana l'Expo delle idee parlerà toscano, facendo tappa a Firenze. Fusse che fusse la volta buona?



A portare l'ex manager della Wind a viale Mazzini fu tra anni il professor Mario Monti. Tre anni che a Gubitosi ora sembrano una vita. Eppure può definirsi un dg longevo se si considera che resistere in sella al Cavallo di viale Mazzini è un rodeo a tutti gli effetti. Il mandato del dg scadrà a maggio. E prima di togliere il disturbo, Gubitosi potrebbe togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Al passaggio di consegne gli dissero che l'azienda era in attivo di 200 milioni, salvo scoprire tempo dopo che in realtà si viaggiava a quota - 80. Poi sono arrivati i tagli, i 150 milioni tolti agli introiti del canone per finanziare gli 80 euro in busta paga.



La Corte dei conti ha evidenziato una grossa esposizione finanziaria. Il volume dei debiti finanziari della Rai verso le banche ha toccato quota 442,9 milioni di euro. Ma il bilancio del 2014 si chiuderà con un utile calcolato tra i 10 e i 30 milioni, al netto degli introito derivati dalla quotazione in Borsa di Raiway.



LE COSE BUONE

Gubitosi se uscirà di scena potrà fare qualche rivendicazione: aver unificato i sistemi e digilitalizzato i tg; mandato in pensione 700 persone e avviato le procedure per assumere per concorso (ancora fermo, però); finanziato il centro sperimentale di Torino; ricomprato le Olimpiadi da Sky; spostato i dipendenti da via Cernaia a Torino; avviato la bonifica dell'amianto e rimesso in attività molti centri di produzione, potenziato le fiction. E più di tutto aver portato in votazione il piano di riforma dell'informazione che prevede l'accorpamento dei Tg e concluso l'operazione di quotazione di Raiway.



Per molti (e tra questi il sottosegretario allo Sviluppo Giacomelli) non è abbastanza. Per altri è poco. C'è chi ha visto nella chiusura dei bar interni chiusi dopo il fallimento del titolare coinvolto nell'inchiesta su Mafia Capitale, un simbolo del declino. Ma intanto fuori da Saxa Rubea sono arrivate le Apette degli ambulanti a vendere “Pizza e mortazza”. La vita continua.