Quote rosa, la Lombardia dà l'ok alla legge. La Lega: «Mamme hanno pari dignità delle manager»

Quote rosa, la Lombardia dà l'ok alla legge. La Lega: «Mamme hanno pari dignità delle manager»
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Mercoledì 23 Novembre 2016, 10:48 - Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 09:03
Più «quote rosa» negli organismi delle società partecipate e negli enti le cui nomine sono di competenza del Consiglio, della Giunta regionale e del Presidente della Regione. Questo quanto stabilito dall'Assemblea lombarda che ieri ha approvato (61 voti a favore, 2 astenuti) la legge sul rispetto della parità di genere maschile e femminile (relatrice in Aula la Consigliere Silvana Saita Santisi, Lega Nord) che recepisce la normativa nazionale del 2011, la cosiddetta «Golfo-Mosca».

Questa prevede che almeno un terzo dei componenti dei Consigli di amministrazione debbano essere donne (o uomini). Ma è subito polemica, dopo l'intervento del capogruppo leghista Massimiliano Romeo. «Se una donna preferisce occuparsi dei figli anziché restare al lavoro a fare straordinari, non si deve parlare di colpa ma di libera scelta - ha sottolineato. - Una scelta che va apprezzata e rispettata, non certamente strumentalizzata a fini politici. Una mamma ha pari dignità di una manager».

Il testo, che unifica due precedenti progetti di legge, modifica le vigenti norme regionali in tema e stabilisce che la parità di genere debba essere rispettata sia nella presentazione delle candidature alle proposte di nomina, sia nella votazione delle stesse in Aula. La nuova normativa prevede che la Giunta o il Consiglio Regionale riaprano i termini per la presentazione delle candidature, nel caso non siano state rispettate le normative sull'equilibrio dei generi.

«Come evidenziato dalle statistiche Istat uomini e donne non godono delle medesime opportunità nel mondo del lavoro sia in termini di assunzione, sia di carriera, sia di salario - ha dichiarato la relatrice Santisi -. Le donne in Italia pagano lo scotto di politiche che non agevolano il loro ingresso nel lavoro e non le sostengono durante i periodi delicati della loro vita. Le donne, in quanto donne, sono costrette spesso a lasciare il lavoro o a scegliere il part-time a causa delle carenze di una politica sociale inadeguata».

Approvati anche due ordini del giorno, uno a firma della stessa Saita Santisi (approvato a larga maggioranza) e un altro presentato dalla Vice Presidente Sara Valmaggi (Pd) (approvato all'unanimità) che rafforzano i principi della legge. In particolare, il documento presentato dal Pd invita il Presidente della Giunta regionale a sollecitare le società a partecipazione regionale non quotate, ovvero le Fondazioni, perché rispettino un identico trattamento. Inoltre, come richiesto dall'ordine del giorno a firma Silvana Santisi, spetterà al Presidente della Giunta regionale garantire a livello regionale il monitoraggio dell'equilibrio di genere, valutare misure di premialità per la partecipazione ai bandi regionali a favore delle imprese rispettose dei principi di pari opportunità, sollecitando anche il Governo a vigilare sull'effettiva applicazione della ricca normativa in vigore.

«Con l'approvazione di questo progetto di legge giunge a compimento un lungo percorso consiliare di recepimento dei principi che guidano la legislazione statale in materia di equilibrio di genere - ha sottolineato la Vice Presidente del Consiglio, Sara Valmaggi -. Oggi la Lombardia compie un passo avanti significativo, in linea con quanto ci chiede l'Europa, indispensabile per superare la mancanza di volontà politica di alcuni settori. Dalle norme nazionali sono stati recepiti i principi fondanti come quello della parità di accesso ai sistemi di governance nelle aziende pubbliche quotate. Sono convinta che la decisione odierna aiuterà a cambiare sensibilmente la cultura istituzionale e a farne un esempio per le scelte dell'intera società lombarda. Introduciamo un concetto di democrazia paritaria che è qualcosa di più di quello che solitamente viene identificato con le quote rosa».

A favore del provvedimento sono intervenute la Consigliera Chiara Cremonesi (Gruppo Misto - Sel) che ha sottolineato come «la legge contribuisce a colmare il gender gap», la capogruppo dei M5S Iolanda Nanni che ha ricordato che «è dovere della politica garantire parità d'accesso, anche se le leggi non possono risolvere il problema se le istituzioni non attuano condizioni di welfare per le donne». Anche la Consigliera Laura Barzaghi, annunciando il voto a favore del PD, ha sottolineato come «la legge, faticosamente approvata, persegue obiettivi importanti per cercare di rimuovere gli ostacoli alla parità di accesso e alla meritocrazia delle donne in un Paese con forti ritardi culturali e sociali». Nel suo intervento il capogruppo della Lega Nord, Massimiliano Romeo, ha rimarcato infine come «la Giunta Maroni ha sempre rispettato la quota femminile nelle nomine di sua competenza sin dall'inizio con la scelta dei componenti della Giunta regionale» e ha aggiunto che «talvolta la disparità di trattamento salariale può anche dipendere da una libera scelta delle donne che preferiscono dedicare più tempo a figli e famiglia».
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