Province, mobilitazione anti-tagli. Renzi: «Ci sono, i soldi vanno trovati»

Province, mobilitazione anti-tagli. Renzi: «Ci sono, i soldi vanno trovati»
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Mercoledì 17 Maggio 2017, 11:15 - Ultimo aggiornamento: 18:28
Prosegue la lunga marcia nel deserto delle Province che cercano di convincere il governo a riaprire i cordoni della borsa. A rischio, spiega da mesi il presidente dell'Upi Achille Variati, i servizi erogati che questi enti - scampati alla mannaia del referendum del 4 dicembre scorso - sono chiamati dalla Costituzione ad erogare. I tagli ai trasferimenti avrebbero azzerato la possibilità di poter badare alla manutenzione delle strade (130mila km), a quella di circa 5.100 edifici scolastici (frequentati da 2 milioni e mezzo di studenti) e alla tutela dell'ambiente.

Ieri, abbastanza a sorpresa, l'Upi ha incassato la mano tesa del segretario del Pd Matteo Renzi, rendendo noto peraltro che proprio di Province si è parlato nella riunione di ieri della cabina di regia Pd-governo al Nazareno. Il segretario dem durante la diretta Facebook #matteorisponde ha spiegato con franchezza di essere stato favorevole nel recente passato «all'abolizione dell'ente provincia e se fosse passato il referendum costituzionale l'avremmo fatto». Tuttavia «le condizioni per farlo sono venute meno con il no al referendum, però ora dobbiamo trovare un po' di soldi per le Province. Il governo è molto impegnato insieme ad Achille Variati per trovarli nei prossimi mesi». Ha concluso poi assicurando «di lavorare in questa direzione. Daremo una mano».

Altra nota lieta in casa Upi è quella arrivata dall'Anci, il cui presidente, il sindaco di Bari Antonio Decaro, ha fatto sapere che parteciperà alla giornata di mobilitazione di domani. Del resto, ha spiegato, «non si scherza con la sicurezza dei cittadini. Non si scherza con la tenuta degli edifici scolastici dove i nostri figli trascorrono gran parte delle loro giornate». Nell'ambito della conversione della cosiddetta manovrina, ha aggiunto, «è assolutamente necessario garantire a 
Province e Città metropolitane il ristoro almeno parziale dei tagli e quindi le risorse perché questi enti siano nelle condizioni di assicurare i servizi essenziali».

Secondo l'Upi nel 2017 dovrebbe ammontare a 650 milioni il contributo statale per coprire le spese per i servizi essenziali, dato peraltro 'certificatò anche da Sose, la società del Mef che fissa i fabbisogni standard. Al di là dell'azzeramento operato dal governo del taglio di 650 milioni previsto per il 2017, le Province chiedono, tra l'altro: l'assegnazione di almeno 300 milioni del fondo Anas per la manutenzione straordinaria delle strade; consentire di lasciare nelle casse degli enti i risparmi dei costi della politica; la cancellazione delle sanzioni per quelle Province che abbiano sforato il patto di stabilità 2017 e la possibilità di utilizzare gli avanzi di amministrazione per assicurare l'equilibrio dei bilanci.

Domattina la giornata di mobilitazione (che avrà come slogan: Il taglio che paghi tu: l'Unione delle 
Province d'Italia difende i tuoi servizi) si terrà dalle 10.30 alle 13.30 al Teatro Quirino di Roma. Alle 15 una delegazione di presidenti si recherà alla Camera, dove in questi giorni si sta completando l'esame degli emendamenti alla cosiddetta 'manovrinà e alle 17 sarà ricevuta dalla presidente della Camera Laura Boldrini.
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