Province, torna in bilico l'abolizione: polemica su un emendamento Pd al testo sul femminicidio

Province, torna in bilico l'abolizione: polemica su un emendamento Pd al testo sul femminicidio
di Sonia Oranges
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Martedì 8 Ottobre 2013, 11:08 - Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 11:30
Il decreto sul femminicidio riaccende le polemiche sui tagli alle Province. Messi in dubbio dal fronte grillino. Ieri mattina, sul blog di Beppe Grillo, campeggiava un post, firmato Max Bugani, secondo cui nel decreto che - tra l’altro - inasprisce le misure contro la violenza sulle donne, «i furbacchioni di Pd e Pdl inserirono l'emendamento che annulla la riforma delle Province».



Oggetto del contendere è un emendamento presentato dal democratico Gianclaudio Bressa al decreto sul femminicidio (che, in realtà, è una sorta di decreto omnibus sulla sicurezza) per sopprimere l’articolo 12 che prorogava il commissariamento delle Province, in scadenza a fine anno, a giugno 2014.





L’ALLARME A denunciare che fosse in atto una macchinazione per salvare le Province, in realtà, era già stato il deputato Danilo Toninelli: «Questo è il via libera alle prossime elezioni dei consigli provinciali, a partire da gennaio 2014. In assenza di una riforma con legge ordinaria, approvata entro fine anno, si andrà al voto normalmente, senza modifiche di alcun genere, senza riduzione di funzioni e numero di consiglieri».



Una lettura che ha fatto infuriare Bressa che ieri ha ricordato come proprio i deputati del M5S in commissione si siano astenuti sull'emendamento soppressivo dell'articolo 12 in merito alle Province, «riconoscendo la sua fondatezza». Un pasticcio, insomma, nato da un altro pasticcio, stavolta tutto governativo: la proroga dei commissariamenti, infatti, non doveva essere inserita nel decreto sul femminicidio. Lo aveva sottolineato lo stesso ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio che ha in carico la riforma delle Provincie.

Alla vigilia dell’approvazione del decreto in Consiglio dei Ministri, nella sua relazione, aveva sottolineato che l’intera materia, commissariamenti compresi, non poteva essere regolata per decreto, pena la bocciatura da parte della Corte costituzionale. La vicenda risale al decreto Salva Italia, con cui si prevedeva che i consigli provinciali in scadenza fossero commissariati.



L’ITER Decisione contro cui nove regioni ricorsero alla Consulta che si è pronunciata quest’estate, dicendo chiaramente che lo strumento del decreto non può essere adoperato per organizzare una materia costituzionale, quale l’esistenza delle Provincie. Una pronuncia in cui si faceva riferimento, senza alcun rilievo negativo, anche alla proroga dei commissariamenti a tutto il 2013, approvata nel frattempo dal Parlamento all’interno dell’ultima legge di stabilità.



Di qui, la necessità di espungere la nuova dilazione dei termini di scadenza delle gestioni commissariali, dal decreto sul femminicidio. «Lo scopo dell'emendamento era quello di evitare che la Corte Costituzionale possa intervenire e annullare il provvedimento, come è già accaduto con il Salva Italia del governo Monti», ha spiegato Bressa.

Il problema della scadenza, però, resta e il governo pensa di risolverlo o in maniera strutturale, con il varo del ddl Delrio. «La riforma delle Province ha subito un'accelerazione poiché, sul ddl, il governo ha posto l'urgenza e questo significa che entro la metà di novembre sarà al voto dell'aula», confermava ieri il deputato democrat finito nel mirino dei grillini.



E, qualora il Parlamento non riuscisse ad approvare la riforma delle Province entro l’anno, resta aperta la possibilità di prorogare i commissariamenti con la legge di stabilità in via di definizione, mettendosi al riparo dal rischio d’incostituzionalità: «L'emendamento chiamato in causa dal blog di Grillo è servito soltanto a utilizzare una fonte normativa corretta e non ha altra finalità, come riconosciuto dagli stessi deputati del M5S», è stata la conclusione di Bressa.
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