La consulta riabilita il proporzionale,
​ma tocca al Parlamento intervenire

di Diodato Pirone
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Giovedì 5 Dicembre 2013, 08:04 - Ultimo aggiornamento: 13:35
La Corte Costituzionale ha bocciato la legge elettorale ma a sorpresa ha indicato la strada del ritorno al proporzionale. Anzi, per dirla tutta, il modello ”sposato” dalla Corte è il proporzionale non puro. Nella legge elettorale della Prima Repubblica in vigore fino al ’93 c’era un piccolo filtro che prevedeva la proporzionale ma solo fra i partiti che avessero eletto almeno un deputato in un collegio. Nella sentenza della Corte non ci sono riferimenti a soglie di sbarramento, perché non spetta alla Consulta definire i modelli elettorali. Quindi dovrebbe essere salvo il complesso sistema di percentuali minime previste dal Porcellum.

La Corte stabilisce che le liste elettorali ”bloccate” sono illegittime in assenza delle preferenze che però andrebbero reintrodotte «con un intervento normativo del Parlamento». Il punto è delicato. La Corte allora ha voluto bocciare tutti i tipo di listino? Anche quelli previsti dalle leggi regionali? Oppure quelli che il Mattarellum prevedeva per il 25% degli eletti della quota proporzionale? Bisognerà attendere le motivazioni della sentenza per capire. Ma la stessa Corte dice che «il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali». Insomma la parola ora passa alla politica.