Ppe, l'assist di Merkel a Berlusconi per le urne

Ppe, l'assist di Merkel a Berlusconi per le urne
di Mario Ajello
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Venerdì 15 Dicembre 2017, 09:25 - Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 18:48

Si presenta a Bruxelles, per il vertice del Ppe prima della riunione del Consiglio europeo, con una carta forte tra le mani Silvio Berlusconi. E' quella del cosiddetto lodo Gentiloni, e sembra funzionare presso i partner continentali. A giudicare dalla buona accoglienza che il Cavaliere ha ricevuto. Anche da parte di Angela Merkel. Tutti fanno gli auguri al leader di Forza Italia per le prossime elezioni di marzo, e frau Angela glieli fa a sua volta in un colloquio di una decina di minuti. In cui la Merkel chiede a Berlusconi notizie su come sarà la sfida elettorale e gli dice che spera nella sua vittoria. E Berlusconi: «Anche io ti rivolgo tutti i miei migliori auspici perché riusciate a fare il governo largo, a cui state lavorando per la Germania». E non sembrano soltanto cortesie diplomatiche.

RASSICURAZIONE
Il Cavaliere rassicurante, tutto stabilità, moderatismo e senso di responsabilità, sintetizzato anche nella dichiarazione a favore del proseguimento del governo Gentiloni in caso di stallo post-elettorale, non a caso pronunciata proprio il giorno prima di arrivare a Bruxelles, trova un clima adatto al suo nuovo format. Che prevede anche una forte differenziazione rispetto a Salvini, e pure questo piace alle cancellerie europee.

Di fatto, dopo lo scontro dell'altro giorno tra Lega e Forza Italia sulla legge contro gli sconti di pena ai colpevoli di reati gravissimi, la tensione nel centrodestra non si accenna a placare. Berlusconi continua a dire che la protesta di Salvini - «Volete farla fare franca ai criminali, e impedite che la legge Molteni arrivi in aula al Senato» - è soltanto «un puntiglio». E il leader del Carroccio non accetta questa minimizzazione: «Far pagare tutto ai criminali è un punto fondamentale del programma, Berlusconi o fa retromarcia e accetta questa legge oppure non servono a niente le scuse formali. E non sono arrivate neanche quelle». Salvini non vuole transigere, chiede a Berlusconi di fare andare avanti l'iter della legge, riceve nella sede di via Bellerio centinaia di mail e messaggi che dicono «Tenete duro sulla norma anti-criminali e mandate Silvio a quel Paese!», e il leader azzurro a sua volta non cede. In nome dell'iper- garantismo. Come finirà? Il leader azzurro è in fase positiva su tutto e anche su questo è convinto che si troverà un accordo. Mentre impazza un altro disaccordo tra i due. Proprio sul lodo Gentiloni. Sia dentro sia fuori da Forza Italia, infatti, molti credono - e Salvini sospetta - che Silvio voglia il prolungamento del governo Gentiloni dopo il voto così da prendere altro tempo in vista di un'altra campagna elettorale alla quale potrebbe partecipare in pieno come candidato premier se nel frattempo fosse arrivato il verdetto di ricandidabilità da parte della Corte di Strasburgo.

L'INCONTRO
In casa Ppe, intanto, Berlusconi ha incontrato anche Alfano.

Convenevoli, conferma che i rapporti personali tra i due sono buoni. Ma quelli politici sono e resteranno inesistenti. «Politicamente, tra noi è finita», va dicendo Berlusconi a qualche suo collaboratore.

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