Ricatti Matteo Renzi ha avvertito di non volerne subire. Ma quando le acque si saranno calmate e le minacce di sciopero lasceranno spazio al confronto, un segnale di apertura alle forze dell'ordine il premier lo vuole dare.
Con prudenza però, dice chi gli è vicino, perchè ci sono 3,2 milioni di statali che resteranno a becco asciutto anche nel 2015 e far ripartire i contratti solo a beneficio dei 305 mila uomini in divisa suonerebbe come un incomprensibile trattamento di favore. Renzi dovrebbe incontrare i sindacati la prossima settimana. Ma nel frattempo il governo si sta già muovendo ai massimi livelli. «Agli operatori di polizia è riconosciuta una specificità» ripete in queste ore il ministro degli Interni Angelino Alfano.
Il quale lavora in particolare su un versante: lo scongelamento dei tetti salariali.
Le quali 4 anni fa, oltre ai salari, si sono viste sospendere dal governo Monti anche gli scatti di anzianità di cui si usufruiva dopo aver maturato 17, 27 e 32 anni di servizio. In pratica, 130-150 euro in più al mese a prescindere da un eventuale salto di carriera o di grado. L'operazione ha comportato dolorosissimi mancati introiti da 3-5 mila euro pro-capite in questi ultimi anni. Ebbene il governo punterebbe a ripristinare, per il momento solo nel 2015, gli assegni funzionali. Con un costo di circa 80 milioni per le casse dello Stato spalmati a beneficio di 50 mila militari. Tra i quali circa 15 mila poliziotti. Ovviamente nessuna possibilità di recuperare i tagli pregressi. Ma la misura sanerebbe quella che tra le divise viene vissuta come un'ingiustizia.
IL DEF
Infatti nel 2010 il congelamento segnò una netta cesura tra chi l'anno prima era rientrato per un pelo tra i beneficiati (che tra l'altro hanno continuato ad incassare l'assegno anche negli anni a venire) e gli altri. Tra le pieghe del Def di aprile, peraltro, i soldi per un ripristino degli scatti di anzianità sembrano esserci. A pagina 34 si legge tra l’altro che «la riduzione attesa nel 2014 è dovuta al consolidarsi delle misure di contenimento della spesa per redditi per il pubblico impiego disposte dalle recenti manovre di finanza pubblica».
Ma il documento prosegue affermando che «il modesto incremento dello 0,1% per l’anno 2015 è determinato dal venir meno di alcune misure di contenimento della spesa in vigore nel periodo 2011-2014, in particolare il limite individuale riferito alla retribuzione percepita nell’anno 2010 ed il riconoscimento delle progressioni di carriera. Tali effetti di spesa - prosegue il Tesoro - sono stati in gran parte compensati dalla decurtazione introdotta a decorrere dal 1°gennaio 2015, delle risorse destinate al trattamento accessorio in relazione ai risparmi di spesa».
Insomma per il 2015 il governo, fermo restando il blocco dei contratti, prevede circa 1 miliardo di aumento di spesa per gli avanzamenti di carriera nella Pa. Ed a questa risorsa, compatibilmente con la necessità di coprire gli altri comparti dello Stato, si potrebbe attingere per risolvere il problema.
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