L’OBIETTIVO
L’ex segretario dubita che eventuali modifiche possano minare l’obiettivo di riformare le norme per il voto: «Va bene cercare di fare accordi con tutti. Ma su alcuni punti determinanti, non c’è ragione politica o di merito per cui Berlusconi debba avere necessariamente l’ultima parola. Non credo che la legge salti. I numeri ci sono. Tolto l’alibi del Porcellum, la legge si farà. Speriamo senza dovercene pentire al primo giro elettorale».
Sotto accusa pure la soglia dell’8% per chi corre da solo: «Una soglia sconosciuta altrove in Europa, salvo forse che in Turchia». Per il resto, Renzi è stato promosso a pieni voti: le sue misure rientrano «nel programma elettorale del Pd, anche grazie a risorse lasciate da Letta», e la missione che ora lo impegna in Europa per avere maggiori margini di movimento «è sacrosanta perché abbiamo argomenti veri» e perché a Bruxelles devono ricordarsi che «se il debito italiano casca si porta dietro l’Europa», e che sin qui «abbiamo sottoscritto tutti i patti che ci strangolano, a cominciare dal fiscal compact: cure da cavallo che ammazzano il cavallo». Dando fiato all’antieuropeismo che in Italia ha soffiato prima che altrove, anche grazie al M5S: «Adesso anche a loro serve proposta. C’è una parte aperta al dialogo, ma ha poco spazio di dibattito. E’ un guaio serio».
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