«A noi moderati - dice Casini - spetta il compito di lavorare sullo schema del Ppe con Ncd e Fi. Aveva senso pensare a un terzo polo di centro, e dunque dare battaglia contro uno sbarramento così drastico, quando ancora si poteva immaginare uno schema tedesco, con socialisti, democristiani e liberali. Oggi, tuttavia, la partita che stiamo giocando è un'altra, quella contro un populismo anti-europeo e anti-istituzionale, che mette a soqquadro il Parlamento e attacca in maniera dissennata il capo dello Stato».
Secondo Casini «le forze responsabili - centrodestra e centrosinistra - sono chiamate a serrare le file. Non servono a niente le battaglie di retroguardia. Al punto in cui siamo l'unico antidoto allo sfascismo è l'accordo fra Renzi e Berlusconi per fare la riforma elettorale, quella del Senato e del Titolo V. Io voterò un emendamento sulle preferenze, penso che ci sia ancora spazio per migliorare la legge elettorale, ma vada come vada: meglio l'Italicum che continuare così».
Per quanto riguarda Renzi, Casini dice: «Può sembrare uno smargiassone e io stesso non gli ho risparmiato critiche, ma non voglio mettergli i bastoni tra le ruote. La costruzione del Ppe italiano sarà con Alfano ovviamente. Ma da Toti a Fitto, insieme a slogan del passato, ho sentito anche cose sensate».
Infine, il capitolo Berlusconi: «Le divaricazioni drammatiche che ci sono state - dice Casini - non possono essere ricomposte con una battuta ma con un dibattito politico serio».
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