Pdl, Alfano riunisce le colombe
«Non posso lasciar solo Silvio»

Pdl, Alfano riunisce le colombe «Non posso lasciar solo Silvio»
di Marco Conti
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Lunedì 28 Ottobre 2013, 08:27
ROMA - Segui i voti e capirai come finisce. Prova ad andare al sodo uno degli ex ministri berlusconiani che, parafrasando Giovanni Falcone, d per scontato il rientro di Angelino Alfano a fianco del Cavaliere nella nuova Forza Italia. Meno scontate le conseguenze sul governo che avrebbe un riallineamento del segretario del Pdl sulle posizioni dei lealisti o di quelli che prima del 2 ottobre venivano definiti falchi. Per «seguire i voti» basta leggere i sondaggi di questi giorni che continuano a dare il Pdl sotto solo di un paio di punti al Pd e attendere i dati su Forza Italia che oggi fornirà a Berlusconi la sondaggista Ghisleri e dai quali si capirà se l’elettorato ha gradito il cambio dell’insegna e il cartello ”nuova gestione”.



ANSIA

Il tormento del segretario del Pdl, al quale il Cavaliere ha lasciato la porta aperta anche dopo il recente ufficio di presidenza, sta tutto nella difficoltà a trovare uno spazio politico adeguato dentro o a fianco di FI. Uno spazio che Berlusconi nega e che la pattuglia ciellina di Lupi e Mauro non riesce a far andare oltre quello già guadagnato dal più che autorevole Mario Monti. Dopo due giorni di silenzio Alfano riunirà oggi le colombe, ministeriali e non, per spiegare a Quagliariello e Cicchitto che non intende strappare con Berlusconi al quale «mi lega un sentimento troppo forte da poter essere messo in discussione, specie in questo momento». E il «momento» è ormai arrivato perchè in settimana si deciderà come votare in giunta e ben prima dell’8 dicembre si voterà a palazzo Madama sulla decadenza di Silvio Berlusconi.



Per quella data persino Renato Schifani, ribattezzato in via dell’Umiltà Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore, dovrà decidere da che parte stare. Alfano sembra invece aver già deciso anche se ora i falchi del Pdl tentano di rendere ancor più indigesto il passo. Berlusconi invece non sembra farsi problemi e, per tenere unito il partito e i gruppi parlamentari, è pronto ad accogliere tutti e a trasformare l’8 dicembre in una grande assise celebrativa. Eppure anche nel gruppo degli irriducibili le differenze non mancano. Ex ministri come Gelmini e Carfagna, soffrono la compagnia della Santanchè, di Capezzone e di coloro che, a loro giudizio, «hanno sempre spinto il Capo su posizioni estreme». Di questa forzata compagnia accusano lo stesso Alfano che il 2 ottobre avrebbe tentato «un regicidio» «senza sapere dove stava la corona». E la «corona» Berlusconi intende indossarla di nuovo cercando le elezioni un minuto dopo il voto a palazzo Madama. Uno sbocco che Berlusconi continua a ritenere inevitabile perché a suo dire il governo non reggerebbe a lungo anche se dovesse trovare al Senato una pattuglia di pidiellini pronta a sostenerlo. Non solo ma a palazzo Grazioli sono convinti che, squarciato il velo che permetteva al Pd di sostenere di essere alleato non con Berlusconi ma con il Pdl di Alfano, sarà lo stesso Renzi a rompere gli indugi e a chiederne conto ad Enrico Letta.



INCOGNITA

Sugli sbocchi di una possibile crisi di governo i dubbi restano fortissimi, ma ciò non ostacola il ricompattamento del Pdl sulla leadership di Berlusconi, al punto che molti dei 23 senatori firmatari di documenti pro-governo, avrebbero intasato i centralini di villa San Martino. Il Cavaliere, come di consueto, incontrerà oggi ad Arcore lo stato maggiore delle aziende e i figli. Probabile la presenza di Marina il cui nome è ripreso a circolare come possibile successore del padre. Una promessa, o forse una minaccia da parte del Cavaliere, che in questo modo di fatto ammonisce sinistra e colombe con una sorta di ”non vi libererete mai di me”. Stretti tra le esigenze della politica e quelle del cuore, la pattuglia ministeriale starebbe cercando in queste ore una via d’uscita che coinvolgerebbe direttamente il governo che dovrebbe ”spiegare” che la Severino non è retroattiva.
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