Padoan-Borghi, a Siena il duello sulle banche. Bonino correrà a Roma

Bonino (lapresse)
di Diodato Pirone
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Giovedì 25 Gennaio 2018, 08:28
Il puzzle delle candidature si va pian piano componendo fra mille scontri sotterranei che si combattono in tutte le formazioni. Ieri si è saputo dello spostamento a Roma, in un collegio uninominale non ancora definito, della candidatura di Emma Bonino. Poi è arrivata la conferma che uno dei duelli più accesi (ma forse non fra i più equlibrati) si svolgerà a Siena dove si presenteranno nell'uninominale l'attuale ministro dell'Economia, Piercarlo Padoan, per il Pd, e il no-euro Claudio Borghi per il centrodestra. Altro duello da tener d'occhio sarà a Bologna quello nel proporzionale, fra Piero Fassino capolista per il Pd e Pier Luigi Bersani capolista per Liberi e Uguali. Sempre in Emilia pare che il Pd abbia intenzione di presentare nel collegio dove si presenterà Bersani un suo stretto collaboratore di quando era segretario del Pd, ovvero Andrea De Maria, molto vicino a Gianni Cuperlo, che con una battuta riuscita viene dipinto come «un politico molto più a sinistra di Bersani».

I CAPOLISTA
Si profila un braccio di ferro interessante anche a Napoli dove il Pd presenterà in prima posizione nel listino proporzionale il pediatra Paolo Siani che dovrà vedersela con il capolista di M5S, Roberto Fico.
Ma le certezze finiscono qui, a poche ore dalla direzione del Pd che domani mattina definirà le liste. E lo stesso Matteo Renzi non ha ancora deciso in quanti listini plurinominali correre, oltre al suo collegio di Firenze. In serata da ambienti Pd è emerso che i Democrat candideranno tre rettori nelle loro liste: quello di Messina, Pietro Navarra, l'ex rettore di Camerino Flavio Corradini e quello di Udine Alberto Felice De Toni. Renzi schiera anche per la campagna elettorale il ministro Carlo Calenda, che ha scelto di non candidarsi: domani lo porterà con sé in studio a Porta a Porta, insieme con l'ex segretaria dello Spi-Cgil Carla Cantone.

Problemi anche per gli alleati del Pd che non possono chiudere le loro liste in attesa delle decisioni del Pd. Ma dal Nazareno fanno sapere d'aver messo sul piatto offeerte precise: cinque posti sicuri a +Europa (ne chiedeva sette), quattro a Civica popolare (Pier Ferdinando Casini a Bologna; Gabriele Toccafondi e Sergio Pizzolante in Emilia; Beatrice Lorenzin non si sa ancora dove, dopo i problemi emersi a Prato), due o al massimo tre a Insieme, che è sul piede di guerra. Riccardo Nencini, Angelo Bonelli e Giulio Santagata, promotori di Insieme hanno l'elezione garantita ma chiedono altri posti. Rischiano grosso però perché se non raggiungessero l'1% i loro voti andrebbero dispersi.

Sul fronte del centro-destra, intanto emerge una piccola ma interessante novità in Sardegna, con un accordo fra il Partito Sardo d'Azione, il partito dei Quattro Mori fondato dall'antifascista Emilio Lussu fra i primi autonomisti italiani, e la Lega di Matteo Salvini.
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