Pd, bufera dopo accuse di irregolarità:
a Roma brogli, a Torino voti cancellati

Pd, bufera dopo accuse di irregolarità: a Roma brogli, a Torino voti cancellati
di Mario Stanganelli
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Domenica 3 Novembre 2013, 12:07 - Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 11:03
ROMA - Il congresso, come lo show, deve andare avanti. N il tesseramento pu essere stoppato, salvo che la situazione degeneri ulteriormente, per non alzare oltre la soglia di guardia il livello dello scontro interno al partito.

Sarebbe questo l'orientamento al vertice del Pd davanti al caos tessere mentre tra i candidati è scambio di accuse incrociate: I renziani sono contrari al cambiamento delle regole in corsa, lo dice Dario Nardella sottolineando che «non lo si è voluto fare quando era consentito e opportuno. Ora è impossibile. Se Cuperlo - aggiunge il deputato vicino al sindaco di Firenze - ha notizie precise di irregolarità, faccia i nomi e si appelli agli organi di garanzia». Cuperlo ribatte chiedendo di correggere l'errore di aver consentito le iscrizioni fino al momento del voto per evitare un danno alla «dignità» del Pd.

Al momento, le denunce sul tesseramento gonfiato sembrano, in realtà, concentrarsi su una decina di realtà locali. A Roma è la candidata alla segreteria Lucia Zabatta a denunciare lo stato «fuori controllo» del congresso, che ieri, secondo la Zabatta, ha visto le serrande abbassate in circoli e sezioni dove si sarebbero dovute tenere le assemblee congressuali. La candidata afferma poi che «i nuovi iscritti, a ridosso del voto, hanno raggiunto le 5.000 unità». Tutto in regola, invece, per il presidente della commissione congressuale del Pd di Roma, Piero Latino, secondo il quale ci sarebbe stato solamente un rinvio delle assemblee». A Frosinone, fortissime le polemiche sul «tesseramento gonfiato» e tre dei quattro candidati alla segreteria provinciale si sono autosospesi denunciando fatti e comportamenti «anomali», come l’improvviso passaggio in un circolo da trenta a 150 iscritti in tre ore. Tra gli autosospesi, la segretaria provinciale uscente del Pd, Sara Battisti, la quale afferma che a Frosinone sarebbero una ventina i congressi di circolo inquinati da irregolarità: «Qui - attacca - oltre alle regole del partito si sta violando la legge». Non è d’accordo con la Battisti il presidente della commissione provinciale del congresso Morassut che, nonostante una prima sospensione della commissione, ha poi dato l’autorizzazione al proseguimento delle operazioni congressuali. Situazione agitata anche a Torino, dove si litiga su cancellazione di voti e irregolarità nel tesseramento, in seguito alla denuncia del parlamentare dem Stefano Esposito che alla luce di alcune evidenze è stato convocato dalla commissione di garanzia.



VIETNAM A COSENZA

A Cosenza il candidato renziano Franco Laratta, autosospesosi, denuncia «il Vietnam del Pd» nel capoluogo calabrese. In Puglia, nonostante l'allarme del segretario regionale Sergio Blasi e le molte polemiche, la presidente della commissione regionale di garanzia, Loredana Legrottaglie, dichiara di «non aver registrato anomalie o irregolarità». La situazione nella Regione però preoccupa molti al punto che il deputato Dario Ginefra, più che sospendere il tesseramento, propone di commissariare i signori delle tessere che così non potrebbero «riscuotere» al momento della compilazione delle liste elettorali. E il timore è che la situazione possa peggiorare ancora. A puntare l'indice contro tutti è Pippo Civati, non sostenuto da «padrini» politici: «È incredibile e molto ipocrita che a scandalizzarsi per il tesseramento gonfiato sia proprio chi ha tra i propri sostenitori e candidati sul territorio i signori delle tessere». Un'accusa che il coordinatore della campagna di Cuperlo, Patrizio Mecacci, non accetta: «Se le cose non funzionano si possono e si devono cambiare. Lasciare che tutto degeneri è da irresponsabili». All'attacco di chi chiede il blocco del tesseramento vanno i renziani, che rivendicano il merito di aver aperto le iscrizioni fino all'ultimo e che temono un allungamento dei tempi congressuali. Il senatore Andrea Marcucci sostiene che «chiudere i tesseramento sarebbe un riacutizzarsi della malattia, non la cura. Gli organi di garanzia verifichino attentamente le segnalazioni pervenute, però i congressi devono andare avanti». Ma Giuseppe Fioroni invita Renzi a non minimizzare: «Se con le tessere a pagamento nei congressi Pd succede questo, alle primarie a basso costo che succederà? Un congresso pieno di brogli ci consegna un segretario appannato, con molte ombre e poche luci».
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