Olimpiadi 2026, autoribaltone a Torino: i grillini bocciano la mozione pro-Giochi

Olimpiadi 2026, autoribaltone a Torino: i grillini bocciano la mozione pro-Giochi
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 20 Marzo 2018, 08:12
Il tweet di Luigi Di Maio arriva quando il contro-ribaltone dei Cinquestelle torinesi è completato. E sembra una toppa in extremis alle mosse della maggioranza di Chiara Appendino. Le Olimpiadi invernali del 2026 sono «un'opportunità che il M5S deve cogliere», «approviamo la decisione del sindaco di Torino di inviare al Coni la manifestazione d'interesse», cinguetta il capo politico del M5S proprio mentre nel Consiglio comunale sabaudo tutti gli esponenti pentastellati sembrano muoversi in direzione opposta, bocciando compatti la mozione pro-Giochi, presentata dal Pd. Mozione identica - parola per parola - a quella approvata mercoledì scorso dal Consiglio metropolitano, l'ex Provincia. Un atto che era passato all'unanimità, col parere favorevole dei grillini, Appendino compresa.Ieri, invece, la Sala Rossa del Comune ha respinto lo stesso testo con 23 voti contrari (tutti del M5S) e 13 a favore, tra Pd e centrodestra. Un «controsenso», ha rimarcato il capogruppo dem Stefano Lo Russo.
L'inversione a U della sindaca serve a nascondere le crepe della maggioranza. Dopo una settimana di trattative, infatti, i quattro consiglieri dissidenti, che non hanno digerito il voltafaccia dei vertici del M5S sui grandi eventi dopo la stroncatura di Roma 2024, hanno confermato che non avrebbero fatto passi indietro. Per questo, alla fine, la pattuglia pentastellata ha deviato sull'unica soluzione possibile per evitare strappi: schiacciare sui pulsanti rossi. Mozione bocciata, «tanto era superata dalla manifestazione d'interesse che Appendino ha spedito venerdì», viene spiegato. Lo stesso ripete la sindaca, molto più cauta, ieri, rispetto ai giorni scorsi: «Non si può dire sì o no a una scatola chiusa, oggi parliamo di manifestazione di interesse e non di candidatura».

In realtà il «no» di ieri indebolisce le chance di Torino. Il Coni ha sempre detto che l'unico voto che conta è quello del Consiglio comunale - non del Consiglio metropolitano - e agli atti ora c'è una bocciatura. Ecco perché salgono le quotazioni di Milano. Giovanni Malagò ieri ha incontrato il sindaco meneghino Beppe Sala, ribadendo che «Milano è interessata e disponibile», anche se ogni discussione è prematura fino a quando non sarà insediato il nuovo governo. Oggi il numero uno dello sport italiano sarà a Losanna, per incontrare il presidente del Cio, Thomas Bach, e chiedere una deroga per l'Italia, che in teoria non potrebbe correre per i giochi del 2026, perché ospiterà proprio a Milano il summit del 2019 in cui verrà assegnata l'edizione. È un cavillo del regolamento che può essere aggirato, ma serve il disco verde del Comitato internazionale.
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