Mirabelli: «Il giustizialismo grillino ora si attenua ma il regolamento è incostituzionale»

Mirabelli: «Il giustizialismo grillino ora si attenua ma il regolamento è incostituzionale»
di Valentina Errante
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Martedì 3 Gennaio 2017, 09:54 - Ultimo aggiornamento: 10:01
Per Cesare Mirabelli, ex vice presidente della Corte Costituzionale, il regolamento dei Cinque Stelle, sul quale dovrà pronunciarsi il Tribunale civile il prossimo 13 gennaio, «È nullo». Il contratto, firmato il 20 aprile da Virginia Raggi, per Mirabelli, violerebbe l'articolo 1 della Costituzione, «che attribuisce al popolo l'esercizio della sovranità e non a un gruppo politico o a un movimento». E il nuovo codice etico, appena stilato da Beppe Grillo, per il giurista, cambia poco le cose: «È solo un'attenuazione dell'ipergiustizialismo - commenta - forse hanno capito - dice - che poteva danneggiare anche i loro eletti».

Secondo il ricorso presentato al Tribunale civile, l'elezione di Virginia Raggi sarebbe illegittima, il sindaco ha accettato un vincolo di mandato prima di essere eletta. Una circostanza che violerebbe l'articolo 67 della Costituzione. È così?
«L'elezione del sindaco è il frutto di un voto popolare e questa scrittura è palesemente nulla. L'articolo 67, citato nel ricorso, fa riferimento al ruolo dei parlamentari. Ciò che, invece, è davvero singolare in questo documento è che, prospettando una tutela della democrazia diretta, si prevede una sovrapposizione rispetto a un ruolo istituzionale. Si fa riferimento, con chiarezza, a una forma di intrusione, un esercizio esterno. Il Movimento interviene e gli atti istituzionali devono essere spiegati. I vincoli sottoscritti dai candidati del Movimento prevedono anche una sanzione pecuniaria privata. Il vincolo di mandato non c'è, perché l'accordo è nullo. A me pare, piuttosto, che questo regolamento preveda una lesione della democrazia, perché nell'esercizio di un mandato, democraticamente affidato dagli elettori a un candidato, interviene un elemento estraneo . Si tratta della sovrapposizione di organismi esterni all'attività istituzionale».

Viola l'articolo 67 della Costituzione?
«A me sembra piuttosto che violi l'articolo 1 della Costituzione: la sovranità appartiene al popolo. E invece questo accordo prevede ingerenze esterne nel mandato di un amministratore eletto direttamente. Addirittura contempla la recall da parte del Movimento, ossia la revoca degli eletti che in effetti è prevista da alcuni sistemi costituzionali, ma non dal nostro. Tra l'altro secondo lo statuto del comune sindaco e giunta danno l'indirizzo politico, non sono previsti commissari del popolo collettivi».

Allora non potrebbero essere dichiarate nulle le elezioni?
«È il contratto ad essere illegittimo, non può essere vincolante, i partiti possono dare un indirizzo politico, ma non è previsto intervengano sugli atti».

Ieri, forse in vista della decisione del Tribunale, forse per tutelare Virginia Raggi, che rischia di essere iscritta sul registro degli indagati, è stato presentato dai 5 Stelle un nuovo codice etico.
«Mi sembra si tratti semplicemente di un atto complementare al primo. Detta nuove regole su come agire nel caso in cui un esponente del Movimento sia coinvolto in un'indagine. Il nuovo documento, comunque, non annulla il regolamento firmato dal sindaco di Roma, che è nullo, in quanto incostituzionale».

I Cinque Stelle sono diventati garantisti?
Questa integrazione attenua solo un automatismo. C'è un rilievo immediato per le condanne e una valutazione sulla gravità di comportamento in altri casi, non bisogna più dimettersi ma, a seconda della gravità delle accuse si decide caso per caso. L'atto sottoscritto non viene revocato e, per quanto riguarda la condotta, nell'ipotesi in cui ci siano comportamenti di rilevanza penale, c'è un'attenuazione. Probabilmente i Cinque Stelle si sono accorti che quella linea di automatismo ipergiustizialista poteva danneggiare anche i loro eletti. C'era una presunzione di gravità assoluta, adesso si modera la linea e si attribuisce una possibilità di valutazione agli organi del Movimento.