Minetti e il Trota: la regione Lombardia ci ridia i soldi

Nicole Minetti
di Claudia Guasco
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Mercoledì 23 Luglio 2014, 10:32 - Ultimo aggiornamento: 24 Luglio, 12:48

Di questi tempi la prudenza non mai troppa, si sono detti i consiglieri del Pirellone. Se l’et della pensione si allontana, meglio godersi subito i contributi versati evitando le preoccupazioni di un futuro poco roseo.

E sono in tanti a pensarla così, visto il numero di politici che da settimane si presenta alla tesoreria della Regione Lombardia per passare all’incasso. Compresi nomi eccellenti del consiglio che, fatti due calcoli, hanno deciso che è meglio un assegno coperto oggi di una pensione incerta domani. La scure del rigore sta per abbattersi sui vitalizi e gli esponenti lombardi corrono ai ripari.

LA MINETTI E IL TROTA

Tra coloro che hanno chiesto e ottenuto il rimborso dei contributi spiccano Romano La Russa, fratello di Ignazio (Fratelli d’Italia), al quale sono stati restituiti 41 mila euro. Nicole Minetti, eletta con il listino bloccati del Pdl, rientra in possesso di 79.600 euro e Renzo Bossi della Lega di 55.500 euro. A Domenico Zambetti, ex assessore del Pdl che nel 2013 fu accusato di voto di scambio con la ‘ndrangheta, concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione, sono andati 73.390 euro. Cifre ancora maggiori per Gabriele Sola dell’Idv (75.500 euro) e per Chiara Cremonesi di Sel (79 mila euro), mentre superano i 100 mila euro Massimo Ponzoni del Pdl (144.400) e Massimo Cipriano dei Ds (145 mila euro). Denaro regolarmente versato, sia chiaro, e di cui rientrano legittimamente in possesso. A far scattare questa frenesia all’incasso è un’accelerazione sui tagli alle pensioni. Il 16 luglio il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo ha trasmesso a tutti i componenti del gruppo di lavoro il testo di un progetto di legge per l’innalzamento da 60 a 66 anni dell’età pensionistica e due giorni fa la Lega ha proposto un ulteriore giro di vite: la rimodulazione dell’importo percepito, con una riduzione del 5% per chi riceve 3.000 euro al mese e del 10% per chi supera questa soglia. E per gli ex consiglieri che devono ancora maturare l’anzianità il Carroccio chiede che il calcolo della pensione avvenga solo su base contributiva.

VITALIZI D’ORO

Il vero problema del Pirellone, infatti, sono quei 221 vitalizi destinati a eletti che hanno superato i sessant’anni di età (tra cui 49 pensioni di reversibilità): ai contribuenti costano ben 620.412,36 euro al mese. Scattati nel 1980 sono stati aboliti nel 2011, ma soltanto per chi è stato eletto in questa legislatura. Per gli ex consiglieri il privilegio è rimasto intatto ed è un macigno per il bilancio regionale considerato che spesso le pensioni superano di gran lunga la contribuzione dei singoli, con il risultato che da 34 anni c’è chi percepisce 3.000 euro lordi al mese a fronte di una contribuzione di 8.500 euro o chi prende 2.391,56 euro avendo versato complessivamente 2.900 euro. Il caso più eclatante è quello del consigliere che riceve un vitalizio di 4.782,92 euro dal primo giugno 1985 in cambio di un contributo totale di 27.100 euro. Si tratta di politici che fino alla scorsa legislatura hanno potuto maturare la pensione anche dopo due anni e mezzo di carica, incassando i proventi una volta raggiunti i 60 anni. In base agli ultimi dati, in cima alla classifica degli assegni più ricchi c’è Luciano Valaguzza, area Cl, con 6.319 euro lordi al mese. Segue Carlo Monguzzi, quattro legislature e un incarico di assessore regionale, che da ottobre 2010 percepisce 5.498 euro lordi ma a fronte di contributi per 433 mila euro. Terzo l’ex tesoriere leghista Alessandro Patelli, che beneficia di 3.686 euro lordi mensili, mentre Carlo Ripa di Meana, eletto per il Psi nel lontano 1970, riceve dalla Regione 2.391 euro lordi.