Rimborsi elettorali della Lega ai familiari di Bossi, ufficio gip blindato per l'udienza preliminare

Rimborsi elettorali della Lega ai familiari di Bossi, ufficio gip blindato per l'udienza preliminare
di Claudia Guasco
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Venerdì 10 Ottobre 2014, 12:24 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 11:01
MILANO - Da questa mattina il settimo piano del palazzo di giustizia di Milano e' blindato. Motivo: l'udienza preliminare a carico del fondatore della Lega Nord Umberto Bossi, dei suoi figli Renzo e Riccardo e di altre sei persone nella'ambito dell'inchiesta sui presunti rimborsi elettorali indebiti al Carroccio. E' l'indagine nella quale spunto' la famosa cartelletta "The family", con l'elenco delle spese che il Senatur e i suoi figli avrebbero coperto attingendo alle casse della Lega: dentista e assicurazione auto, lavori nella casa di Gemonio, carrozziere, il corso di laurea in un'universita' albanese. Una vicenda che ha travolto i vertici del Carroccio e della quale Renzo e Riccardo Bossi evidentemente non vogliono parlare: hanno chiesto e ottenuto il divieto di accesso, solo per i giornalisti, al piano dove si svolge l'udienza. E cosi' all'arrivo di Renzo Bossi, ai carabinieri che presidiano il tribunale è stato ordinato di non ammettere i cronisti nel corridoio su cui si affaccia l'ufficio del gip Carlo Ottone De Marchi. Unica dichiarazione di Renzo Bossi, detto il Trota, all'uscita dell'aula: «Ora faccio l'imprenditore agricolo, si sta bene, meglio che in politica...».



Nel procedimento Umberto Bossi è accusato di truffa aggravata per oltre 40 milioni di euro, tentata truffa e appropriazione indebita per 208 mila euro, mentre risponde di truffa in concorso con l'ex tesoriere della lega Francesco Belsito, Stefano Aldovisi, Diego Sanavio e Antonio Turci in qualità di legale rappresentante della Lega, perché avrebbe truffato rimborsi elettorali per oltre 40 mila euro. La Procura contesta inoltre al Senatur quindici spese indebitamente rimborsate, tra le quali 1.583 euro di lavori edili nella casa di Gemonio, altri 13.500 e 20 mila euro in due assegni rubricati «casa Capo lavori», 81 mila euro di lavori edili ma per la casa di Roma, 9.000 euro per il ricovero di un figlio, 160 euro per un regalo di nozze, 26 mila euro di capi d'abbigliamento, 2.200 euro di gioielli, 1.500 di cure dentistiche. Quanto ai figli di Bossi, rispondono di appropriazione indebita. Nel dettaglio i pm contestano a Renzo Bossi 145 mila euro per venti sprese, tra le quali dodici multe, due cartelle esattoriali, l'assicurazione dell'auto e l'acquisto per 77 mila euro del titolo di laurea albanese presso l'Università Kristal di Tirana. A Riccardo Bossi sono invece addebitati 157 mila euro in 48 pagamenti: 23 multe, cinque riparazioni d'auto in carrozzeria, leasing o noleggi di vetture, l'abbonamento a Sky, spese del veterinario, rate dell'Università dell'Insubria, canoni d'affitto di casa, spese di mantenimento della moglie e debiti personali. Lo scorso giugno la Procura ha chiesto l'archiviazione per l'ex vicepresidente del Senato Rosi Mauro.