Milano, ex pm Mani pulite francesco greco nuovo procuratore

Milano, ex pm Mani pulite francesco greco nuovo procuratore
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Lunedì 30 Maggio 2016, 18:33 - Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 17:36

L'ex pm di Mani Pulite, Francesco Greco è il nuovo procuratore di Milano. Originario di Napoli, 64 anni, è in magistratura dal 1977. Nella procura del capoluogo lombardo - dove è in servizio da 37 anni - è il responsabile del pool sui reati economici e finanziari. Il Plenum del Csm lo ha nominato a larga maggioranza, preferendo lui al pm milanese Alberto Nobili. Il nuovo procuratore succede a Edmondo Bruti Liberati, andato in pensione lo scorso novembre. 

Una scelta nel segno della continuità dunque. Greco è infatti uno dei magistrati simbolo della stagione di Mani Pulite e il cui nome è legato alle più importanti inchieste in materia economica e finanziaria degli ultimi 20 anni della procura del capoluogo lombardo: dal caso Montedison alla tangente Enimont, dal crac Parmalat alle scalate bancarie; sino alle più recenti indagini sul Monte dei Paschi di Siena e sull' Ilva dei Riva. E così, come da 30 anni a questa parte, Palazzo dei marescialli privilegia per il vertice della procura di Milano una soluzione interna. Lo fa in nome della particolare competenza di Greco in materia di criminalità economica; una carta decisiva per la procura della città che rappresenta la capitale finanziaria del Paese, come spiega Paola Balducci, la laica di Sel che propone la nomina del Pm: «Greco è tra i massimi esperti nel settore dei reati economici; per questo è il candidato migliore per la guida della procura di Milano».

Quando il plenum deve votare il successore di Bruti Liberati, a cui Greco è sempre stato vicino, il capo di gabinetto del ministro Orlando, Giovanni Melillo, l'unico possibile «papa straniero», ha già ritirato la sua candidatura. Ma lo ha fatto quando è ormai chiaro che la corrente di Unicost - ago della bilancia di una partita complicata in cui c'è anche un terzo concorrente, il pm milanese Alberto Nobili - ha deciso dopo molti mal di pancia di appoggiare compatta Greco. Ad annunciare la svolta in plenum, quando ormai i giochi in realtà sono stati fatti, è a nome del gruppo delle toghe di centro, Maria Rosaria San Giorgio: «Abbiamo optato per la soluzione interna e abbiamo scelto il magistrato che ha maturato la più ampia e approfondita esperienza nella materia del diritto penale dell'economia», scandisce, escludendo che ci siano stati mercanteggiamenti o qualunque tipo di condizionamento esterno. Analoga garanzia in apertura di seduta viene dal vice presidente del Csm Giovanni Legnini: «Non ci sono state ragioni interne o esterne che hanno potuto condizionare la scelta che ci accingiamo a fare».

Così alla fine Greco passa con un'ampia maggioranza, superiore alle aspettative della vigilia, scongiurando il rischio di una spaccatura del Csm su una nomina così importante, che Legnini aveva cercato in tutti i modi di evitare: 17 voti, espressi dai togati di Area e di Unicost, dai laici di centrosinistra e di Forza Italia. Magistratura Indipendente e Aldo Morgigni di Autonomia e Indipendenza votano invece per Nobili, il magistrato che appare in grado di «garantire una gestione partecipata e democratica» della procura, la cui mancanza è stato «il punto di sofferenza» della stagione di Bruti Liberati. Non partecipa al voto Legnini.

Si astengono i vertici della Cassazione e il laico di Ncd Antonio Leone, dichiarando apertamente la loro preferenza per Melillo. E il presidente della Suprema Corte Giovanni Canzio esterna la sua «amarezza» per chi dentro il Csm ha visto con diffidenza la candidatura di Melillo e dunque il passaggio diretto da un compito di collaborazione con il ministro Orlando alla guida della procura di Milano: «È un onore che un magistrato svolga le funzioni di capo di gabinetto del ministro della Giustizia; non ritengo ammissibili dubbi etici sul valore istituzionale di questa esperienza».

«La vulgata per cui avremmo voluto azzoppare Melillo non è corretta: non abbiamo mai pensato che non fosse all'altezza del compito perché inquinato dalla sua esperienza fuori ruolo, ma che il profilo di Greco fosse superiore», replica dal gruppo di Area Nicola Clivio. 

Chiusa la pratica Milano, il plenum va avanti ancora nel segno di Mani Pulite, con la promozione di un altro magistrato simbolo di quella stagione: Piercamillo Davigo, ora presidente
dell'Anm, diventa presidente di sezione della Corte di Cassazione. 

 

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