Migranti e sicurezza, duello Lega-Bonafede. Ong, Fico contro Di Maio

Migranti e sicurezza, duello Lega-Bonafede. Ong, Fico contro Di Maio
di Marco Conti
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Sabato 22 Settembre 2018, 09:12 - Ultimo aggiornamento: 10:18

«Lo voteremo. Poi, tutto è migliorabile: è stato migliorato il mio decreto dignità in Parlamento e allo stesso modo miglioreremo il decreto immigrazione in Parlamento». Dalla Cina con furore. Luigi Di Maio a Pechino indossa i panni di Bruce Lee e rifila un colpo non da poco al decreto sicurezza che a Matteo Salvini sta molto a cuore. Un decreto, e non due come si immaginava alla vigilia, con l'obiettivo di velocizzare l'iter parlamentare e aumentare l'impatto securitario che il ministro dell'Interno intende dare al capitolo immigrazione.

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Di fatto si tratta del primo provvedimento che il governo di Giuseppe Conte dovrebbe licenziare nel consiglio dei ministri di lunedì dopo il rinvio. Lo slittamento e il weekend dovrebbe servire ad unificare i due provvedimenti, quello sulla sicurezza e quello sull'immigrazione, e a sistemare alcuni passaggi che rischiano di far inciampare l'intero impianto alla prima valutazione della Corte Costituzionale.

Al lavoro sono impegnati gli uffici legislativi di palazzo Chigi e dei ministeri dell'Interno e della Giustizia. Proprio dal dicastero di Alfonso Bonafede sono emersi i maggiori dubbi. Perplessità che i grillini legati a Roberto Fico non nascondono.

Su tutti la possibilità di restringe la protezione umanitaria, la possibilità di revoca della cittadinanza e l'estensione dei procedimenti penali che dovrebbero bloccare la procedura di asilo. Un diritto, quest'ultimo, previsto all'articolo 10 e inserito tra i diritti fondamentali della nostra Costituzione.

Il testo è ancora in via di ultimazione e, come ha teorizzato ieri l'altro lo stesso presidente del Consiglio, è possibile che venga cambiato anche durante il cdm di lunedì. Per ora circolano solo delle bozze suscettibili di limature arrivate anche al Quirinale. Una fuga di notizie che Salvini non sembra aver gradito sospettando una sorta di lavoro di sponda del M5S con il Colle per annacquare il decreto.

Il ministro dell'Interno non sembra però disposto a stravolgimenti anche a costo di veder cambiato il testo in Parlamento e rischiando anche qualcosa nel passaggio del vaglio costituzionale, del Quirinale.

I DUBBI
Salvini è infatti al suo primo appuntamento parlamentare con un suo testo e sembra disposto a concedere poco all'alleato. Il testo, una cinquantina di articoli in tutto, imprime una decisa stretta sull'asilo, eliminando la protezione umanitaria (permessi speciali per ragioni di salute, calamità naturali e meriti civili) ed ampliando il numero di reati che portano alla revoca del permesso di rifugiati (violenza sessuale, rapina, resistenza a pubblico ufficiale, traffico di droga).

Prevista inoltre l'esclusione del gratuito patrocinio nei casi in cui il ricorso contro il diniego della protezione è dichiarato inammissibile. Inoltre per facilitare le espulsioni degli irregolari ci sarà il raddoppio dei tempi di trattenimento nei Centri per i rimpatri. Stretta anche sulla cittadinanza, ed èuno dei punti costituzionalmente più controversi.

Il tema dell'immigrazione ieri ha diviso anche i 5 Stelle. «Per fortuna oggi non ci sono più Ong nel Mediterraneo perché le operazioni di soccorso devono farle le autorità competenti», ha detto il vicepremier Luigi Di Maio, a Radio1. Ma in serata il presidente della Camera Roberto Fico, anch'egli 5Stelle lo ha platealmente contraddetto.
«L'Italia deve salvare tutte le vite in mare - ha dichiarato il presidente della Camera alla festa di Mdp - se è in grado bene, se no deve chiedere aiuto a tutti». E dunque anche alle Ong.

Fico ha attaccato poi duramente il vicepremier leghista Matteo Salvini sulla politica dei migranti. «Per me - ha detto Fico, riferendosi in modo indiretto alla chiusura dei porti e al divieto di sbarco praticato da Salvini durante il caso della nave Diciotti - le persone devono poter sbarcare».

Il presidente della Camera ha destinato una bordata anche al premier ungherese Viktor Orbán, ricevuto di recente a Milano dal vicempremier leghista. «Il punto centrale - ha sottolineato - è che Europa vogliamo costruire.
I paesi di Visegrad e Orbán non fanno gli interessi degli italiani perché se tu non vuoi accogliere gli immigrati che arrivano in Italia costruisci un Europa chiusa ed egoista».

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